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Aggiornato: 10 giugno 2025


Il conte Zaccaria non era popolare com'era stato ai suoi tempi il vecchio conte Leonardo; ma non era neppure un uomo mal veduto in paese, aveva forme cortesi, alla buona, e le ingenue allucinazioni a cui egli era in preda negli ultimi anni avevano piuttosto cresciuto che scemato le simpatie intorno a lui.

I sacerdoti indovinando fosse la maligna intenzione del traditore, pensarono di offrirlo sia per atto di riverenza verso l’Imperatore e sia per la salute del popolo. Ma contro questo savio e prudente consiglio, sorse impetuosamente un certo Zaccaria figlio di Anchilas. Qualcuno propose allora di ammazzare Barcamz

Questo mese non presenta alla nostra meditazione oltre a due episodii e di una semplice importanza morale. Il primo si rapporta a una visione del profeta Zaccaria avuta verso la fine dei settant’anni della cattivit

Altra conoscenza fatta in questi giorni è quella del signor Zaccaria, cristiano cattolico, che in gioventù visse quattordici anni alla missione abissina a Roma, per cui parla perfettamente l'italiano ed ha riportate care memorie dal nostro paese.

Se il conte Zaccaria era disposto quella mattina a veder tutto color rosa, la nobildonna Chiaretta, sua illustre consorte, pessimista per indole, s'era svegliata d'umor più nero del consueto. Essa diceva chiaro alla cameriera che non vedeva l'ora che questa baldoria finisse, e ch'era una vita da cani, e che, se durava ancora un mese così, ci avrebbe rimesso la pelle. Meno male se l'amor proprio fosse stato soddisfatto. Ma ci voleva quel grullo di suo marito per contentarsene. Ormai tutti potevano avvicinare i Sovrani, tutti potevano andare a Corte, ed ella aveva avuto l'umiliazione di trovarvi certe donnette che non avrebbe ricevuto in casa sua, certe contesse di princisbecco che non si sapeva di dove venissero. Al gran ballo poi sarebbe stato uno scandalo addirittura. Eran stati messi in giro duemila inviti e s'era dovuto discendere fino ai nobili dell'Ordine dei segretarii, fino ai cavalieri della Corona di ferro di terza classe, fino ai mercanti arricchiti e alle loro femmine. Che più? Si diceva, ma questo la contessa Chiaretta non voleva crederlo, che ci sarebbe stata anche la moglie d'un banchiere ebreo. In verit

Un po' per le piccole sofferenze inerenti alla sua condizione, un po' per lo stato del suo animo, Fortunata non sapeva risolversi a uscire e non vedeva nessuno fuori che il canonico, il quale, buona pasta d'uomo, veniva ogni tanto a far l'ufficio di confortatore e a dire che non aveva ancora potuto indurre Sua Eminenza Reverendissima a parlare al conte Zaccaria, ma che non dubitava punto di indurvelo quanto prima.

E non pertanto il cristianesimo, questa massima rinnovazione tentata sulla vita, era un'opera di vecchi. Tale tremenda ironia contro la natura soffiava dalle prime scene del dramma cristiano sempre più fredda sino alle ultime, perchè tutto era vecchio nel cristianesimo; Elisabetta e Zaccaria avevano generato Giovanni, il precursore, nella più tarda et

Quando il conte Zaccaria si era ben pasciuto delle sue illusioni, egli era buono e degnevole anche con Fortunata. Le prometteva di farle fare uno smaniglio col primo oro estratto dalla sua miniera, e di assegnare una dote alla piccola Margherita prelevandola dalla prima rata del credito che avrebbe incassato dagli eredi Steno. Fortunata non badava alle promesse, ma i modi affabili del suocero le recavano un gran conforto; sentiva d'esser riconosciuta, non più tollerata soltanto, nella famiglia, quando egli le parlava così. Talvolta egli usciva con lei in giardino e, appoggiato al suo braccio, percorreva i sentieri su cui cresceva l'erba, i viali ove i rami degli alberi non rimondati da mano esperta s'intrecciavano disordinatamente fra loro, e diceva che nella villa c'erano infiniti bisogni, e ch'egli ci avrebbe pensato appena avesse avuto quattrini. Voleva scrivere a suo genero, che di queste faccende se ne intendeva, perchè gli mandasse un giardiniere tedesco, voleva ricostruire di pianta alcune case coloniche e migliorare le stalle e rinnovar le stufe dei fiori, e a tante altre belle cose voleva provvedere a tempo e luogo. Discorsi da far piet

Fedele a questo sistema, egli suggerì a S. E. Zaccaria di far ponti d'oro al matrimonio della Rosetta con Menico. La dignit

Ho trovato adoperato quest'ultimo per la prima volta nelle cronache del secolo VIII, all'epoca cioè della donazione dei due possessi, appartenenti allo Stato, di Nymphas et Normias, donazione fatta dall'imperatore greco Costantino V al papa Zaccaria.

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