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Aggiornato: 23 giugno 2025
Io era perciò assai tranquillo, quando vedevo Ettore presso Lidia; e li lasciavo, recandomi a prender notizie di Laura e attardandomi poi con amici alla passeggiata delle cinque. Le notizie di Laura me le fornivano dei viglietti chiusi, rilasciati in portineria, con queste parole scritte in lapis: Il medico è contento. Sto meglio. Oggi ho peggiorato. Non venire a trovarmi perchè Giorgio è in casa.
»Il lume era ritornato nella camera, ne vedevo il suo rossiccio riflesso nella strada. Tesi l'orecchio. Il dottore era entrato in quella camera che doveva essere la cucina del povero appartamento. La finestra stava socchiusa per la grande caldura. S'era in agosto poco dopo la met
Nel cielo di Torbole me ne sono venuti due addosso, di cacciatori austriaci. Ho dovuto tagliar la corda. Mi avevano forato le due ali come due setacci. Alle sette ero sulla piazza di Peschiera. Vedevo gli uomini sulla piazza... Oh! conosco bene Peschiera! risponde la signora milanese con una assoluta indifferenza per l'eroismo aviatorio. E' una bella cittadina... Non butti via quel cestino.
Il mio orgoglio divergeva per altra via, ed io non me ne accorgevo. Mi sembrava di fare modestissimo atto di sottomissione accettando questo còmpito, e non vedevo le immense difficolt
Si levò il cappello per salutarmi e siccome io andava cercando qualche altra parola prima di decidermi a quella di congedo, vedevo la sua testa scoperta nel nimbo della luce e i suoi capelli che la brezza sollevava con una morbidezza di mano amante. Non so perchè, ma trovavo una soavit
È un acerbo dolore per voi; sì, pur troppo; ed una maledizione ch'io merito. Ci siamo ingannati ambedue. Io stesso non vedevo in fondo al mio cuore. È un abisso, credetelo, e più nero che voi non pensiate. Amo io quella donna, o l'odio? Non lo so. Eppure, ella ha da esser mia. È una rabbia in me, una feroce volutt
Forse. E perchè mi ami allora? Per un'aberrazione della mia fantasia, gli dicevo, in faccia, impetuosamente. Lo vedevo decomporsi, per la collera, per il dolore. Che m'importava? Mi aveva avvinta a una catena insopportabile. Tentai spezzarla. Impossibile!
Per la memoria di quei tristi giorni nella casa dei Schmidl, per il ricordo della mia piccola stanza buia, che d'allora in poi ho tante volte sospirata e rimpianta, perchè attraverso la porta socchiusa vedevo te e la piccina che dormivate... Nancy, in nome di tutte quelle tristezze, prometti! Ma Nancy non poteva promettere. Ma non ti ricordi, Nancy, Nancy! quando Anne-Marie era malata?
Cozzo, che vedevo raramente in tempi ordinari, ma che m'appariva sempre nei giorni di battaglie, ove maggiore era il pericolo, e vi assicuro che quell'aspetto suo, d'una risoluzione ferrea e calma nello stesso tempo, mi era di buon augurio.
Ella si volse, e si levò, di scatto. Con un grido, un grido che non potrò mai dimenticare! Si trasse addietro, s'addossò quasi a uno stipite della finestra. La luce della finestra la circonfuse; ma la coglieva alle spalle, e io non vedevo che un fantasma, alto, sottile, dalle braccia levate in atto di meraviglia e di terrore. Che cosa io balbettai, che cosa feci in quel punto!
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