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Aggiornato: 23 giugno 2025


Non mi fece mai nessuna scena: ma era geloso. Lo vedevo dai suoi occhi, in certi momenti; pure, subito si reprimeva. Amico di tuo marito? No: punto. volle diventarlo mai. Tu glielo proponesti? Io? mai. Era una cosa che mi faceva ribrezzo. Gi

Ma quando il lavoro divenne scarso e che egli non potè andare tutti i giorni a lavorare, me lo vedevo confitto in casa da mattina a sera brontolando, prendendosela con tutti, anche con me, che ero una bocca inutile e che se fossi stata un uomo avrei almeno potuto aiutarlo.

E vedevo il suo volto pallido, e le sue braccia candide abbandonate sopra il guanciale, e i suoi capelli disciolti, e le sue labbra di rosa, e sulle sue labbra quel sorriso e quella parola: Eugenio.... Mi sollevai sbigottito, ebete, senza quasi aver coscienza di me medesimo.

E poichè era quella l'ultima volta che lo vedevo: Addio, gli dissi andandomene, con un vivo slancio di simpatia; addio, bello e nobile principe! e quando la sua graziosa figura bianca scomparve per sempre ai miei occhi, sentii un moto dentro, come se in quel momento stesso mi si stampasse per sempre nel cuore.

Egli era felice, lo vedevo: e ciò che lo faceva soffrire, era la mia freddezza, la mia diffidenza, la mia ripulsione. L'eterna questione sorgeva, fra noi: Il tuo amore non mi piace, Nino. Hai torto: esso è sincero. Ma non mi piace. E perchè? Perchè è troppo ardente. Ti lagni di essere troppo amata? Vorrei esser amata meglio. Come, meglio? Con l'anima, col cuore, Nino. Così ti amo. Non è vero.

Con che tremor di cuore, con che confusione di pensieri, con che intorpidimento di membra feci quella strada! Assorto nel sentimento di dover dire parole decisive, andavo, andavo, senza badare alla via, portato dall'istinto; non udivo che le voci, non vedevo che le immagini del mio pensiero.

E qui bevi; bevi in un modo incredibile; in un momento il tavolo fu pieno di bottiglie e quando andai per distendermi nella mia cabina vedevo tre o quattro colonnelli, una ventina di lumi, e un centinaio di persone, tra le quali apparivano circondati da un'aureola i due scialli che mi avevano fatta tanta impressione, pochi momenti innanzi.

»Una mattina entro nella sua stanza e la trovo seduta sulla sponda del letto, col viso tutto sconvolto, pallida come un cadavere che piangeva dirottamente. »Gli feci mille domande, non mi disse altro se non che non si sentiva bene. »Poi, dopo il primo momento, si ricompose e fe' di tutto per dissipare le mie inquietudini. Mi assicurò che l'era passato, che stava bene, ma vedevo che non era vero.

Mentre discorreva, lo vedevo tendere l’orecchio come a suoni lontani, poi scattò in piedi e disse:

«Come l'avevo acquistata? Dando in cambio la mia. Io ero tutto per lei, nelle opere e nei pensieri. Vedevo delle altre donne, più belle di lei, più seducenti, più corteggiate; ma mi trovavo dinanzi ad esse nella posizione di uno che avendo gi

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