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Aggiornato: 27 giugno 2025


È vero, soggiungeva il degno gentiluomo, temperando l'asprezza del suo troppo moderno giudizio, che gli antichi lo sentivano meno, il freddo; ed è forse per questo che durarono tanto. Giaume, il vecchio castaldo dei Vaussana, aspettava Maurizio ai piedi dell'erta, e fu il primo a dargli il bentornato.

Alla terra dei padri. Maurizio di Vaussana cessò finalmente di vedersi il mare da fianco. Era giunto alla stazione di Ventimiglia. Sceso dal treno, prese la via dei monti, dopo aver fatte caricare le sue valigie in una vettura da nolo. Quanto ai suoi bauli, aveva dato lo scontrino del bagaglio ai signori Rolandi, buona gente, amici vecchi di casa sua, che s'incaricarono volentieri di farglieli recapitare il giorno seguente a San Giorgio. E la vettura si mosse, partì con alto fragore di ruote, tintinnìo di sonagliere e scoppiettìo di frusta nell'aria polverosa, ma soprattutto con la gloriosa velocit

Infatti, lui morto, la bella vedova passò a seconde nozze con Neottolemo, e in terze con Eleno. A taluna di quelle scenate era presente il signor di Vaussana, che non ci poteva far niente. Gisella chinava la fronte, dopo aver guardato Maurizio, con aria di volergli dire: «Vedete? non son mica tutti come voi, che apprezzate tanto questa povera donna».

Il dottore voleva ridiscendere in paese per fare la sua dichiarazione. Invitò il signor di Vaussana a seguirlo. No, grazie, rimango ancora; rispose Maurizio. Non ho forza di muovermi. Veglierò questo cadavere, come ho vegliato quell'altro. E chinò la testa sul petto, mentre il dottore usciva dalla stanza.

Cara mia, le aveva detto il buon conte di Vaussana, per contentare il tuo gusto medievale bisognerebbe rinunziare a questa benedetta invenzione delle persiane. Levate queste, ed anche ingrandite le finestre, immagina tu come si starebbe freschi. Che idea, quella dei nostri antenati, di voler morire dal freddo!

Quelle rose d'ogni colore, che davano all'augusto morente l'aspetto di un trionfatore, erano l'offerta costante della contessina di Vaussana. Quando il giardino del Castèu non aveva più rose in copia, erano gigli; quando non aveva più gigli, si succedevano le azalèe, le peonie, le giorgine, gli amaranti, gli astri, e tutti gli altri fiori della stagione autunnale.

Il tono gaio della lettera significava ancora che tutto procedeva benissimo alla Balma. Come sono avvedute le donne! come sanno l'arte di farsi intendere, anche quando non vi dicono nulla! A proposito d'arte, non c'era egli un po' di finzione, un pochettino d'ipocrisia tra le linee, specie in quell'accenno ad una visita al Castèu? No, perchè quella visita c'era stata difatti, e in quella visita la contessa aveva detto cerimoniosamente al signor di Vaussana quello che più volte, nei confidenti colloquii della montagna, Gisella aveva fatto intendere e dato per sicuro a Maurizio. Dunque, niente ipocrisìa nella lettera, solamente accortezza. Che, forse, per non apparire ipocriti, s'ha egli a dire ogni cosa? Maurizio, frattanto, per quel cenno della visita di Gisella al Castèu, sapeva gi

L'ufficiale guardò un istante negli occhi il signor di Vaussana; poi, senza batter ciglio, replicò brevemente: . Sta bene; disse Maurizio. E quando? Oggi il dovere; rispose l'ufficiale. Domattina, se vi piace. Si salutarono freddi, e Maurizio partì.

E siete battuto? Non so; forse.... e senza esserne persuaso. Tutti i vinti sono così; soggiunse egli, sorridendo; non vogliono mai convenire della loro disfatta. Ti avverto, mia cara, entrò a dire il generale, con la sua grossa voce ancora gonfia di stizza, che il signor di Vaussana ha finora il vantaggio. Questo sia detto per la verit

Ai tempi della Crimea, quando ci sono passato io, erano tutte d'una bellezza incontrastabile, ma un pochettino massiccia. Mi dicono che ora ci sia un altro tipo, alto, flessuoso, con una tendenza spiccata al biondo, e dei languori orientali nell'occhio. Come le preferite voi, Vaussana? Fortunato briccone! godete il mondo, finchè vi dura la gioventù. Ma non abusate, mi raccomando; è insalubre.

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