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Aggiornato: 6 maggio 2025
Una volta quando ero la tua amica e la tua fidanzata, tu mi raccontavi perfino i tuoi progetti letterari, senza nemmeno assicurarti che fossi capace di comprenderli; oggi che sono tua moglie, tu mi metti in disparte, e i colloquii col più intimo dei tuoi amici diventano misteriosi per me?... È un consiglio di Ariberto, anche questo? Folco guardava Gioconda, attonito. Era irriconoscibile.
Il tono gaio della lettera significava ancora che tutto procedeva benissimo alla Balma. Come sono avvedute le donne! come sanno l'arte di farsi intendere, anche quando non vi dicono nulla! A proposito d'arte, non c'era egli un po' di finzione, un pochettino d'ipocrisia tra le linee, specie in quell'accenno ad una visita al Castèu? No, perchè quella visita c'era stata difatti, e in quella visita la contessa aveva detto cerimoniosamente al signor di Vaussana quello che più volte, nei confidenti colloquii della montagna, Gisella aveva fatto intendere e dato per sicuro a Maurizio. Dunque, niente ipocrisìa nella lettera, solamente accortezza. Che, forse, per non apparire ipocriti, s'ha egli a dire ogni cosa? Maurizio, frattanto, per quel cenno della visita di Gisella al Castèu, sapeva gi
Maria, tu fai la celia, tu ti ridi di me. Lo sposeresti tu, se fossi ancora ragazza? Certamente, e subito, avesse anche settant'anni! Maria, tu mi fai orrore. Non la pensavi così, quando nel collegio parlavamo del nostro avvenire nei fidati colloquii della notte....
Più a lungo sarebbonsi tratti i colloquii; e tuttavia favellando gli avrebbe côlti il mattino, così grande diletto ricavava l'uno dall'altro, se in quell'istante la Regina, aggravandosi, come stanca, sul braccio di Manfredi, non gli avesse rammentato che quivi erano discesi per riposarsi; però egli si tolse il mantello, e stesolo sul terreno vicino al fuoco, con un mesto sorriso lo additava alla nobile Elena, e le diceva: «Qui giaci, Regina: oh! il giorno in che tu fosti assunta sposa al reale mio talamo, tu non pensavi, infelice! che avresti passato una notte di dolore sopra il nudo terreno: chi te lo avrebbe detto! un ciel sereno pareva dovesse essere la tua vita; e se tra tante immagini di contento balenò al tuo pensiero l'ora solenne della pace, certo tu la vedesti splendida come il tramonto di un sole di estate.»
Ella recava sempre nei colloquii di loro una nota acre, un presentimento cupo; e, partiti gi
Le scriverò; è una buona idea, dichiarò Filippo. Quanto a colloquii, non ne avremo: essa mi chiede ciò che io non voglio concederle, l'allontanamento di Loredana. Non voglio e non posso: tu capisci che se oggi, quando è aggredita da tutta una folla, da tutta una citt
La sera, dopo che vi ho lasciata, quando entro in casa, ancora tutto pieno della vostra immagine, rimango qui solo per delle ore, ripensando i nostri colloquii, e chiudo gli occhi e vi rivedo e risento la vostra voce, e respiro la fragranza che reco con me negli abiti dal vostro salotto. Oh! questa stanza vi conosce come una vecchia amica, sa il vostro nome, me l'ha inteso ripetere tante volte!
Triste! esclamò il capitano Fiesco, in un di quei brevi colloquii ch'egli e Fior d'oro avevano ad intervalli con la marchesa di Moya. Anche la speranza l'ha abbandonato. È vero; e lo pensavo ancor io; disse donna Beatrice. È un brutto indizio. Ma se ha da morire, riprese ella, con voce piena di sdegno e di lagrime, è bene che muoia così, col sentimento della ingratitudine dei grandi.
Vedete infatti; di tanti martirii, di tante sofferenze, s'incominciava a raccogliere il frutto. Gravi risoluzioni erano state prese nel segreto dei colloquii diplomatici, e quel segreto lo sapevano tutti, in Italia. Il Piemonte si armava a furia; la Francia, la nobile Francia, caldeggiava l'impresa. Ancora qualche mese, e una frase severa di Napoleone III all'ambasciatore austriaco appiccava il fuoco alle polveri. La guerra imminente! E qual guerra! La guerra divina, di tutto un popolo contro i suoi oppressori. Lungamente abbracciato dai suoi, benedetto dal padre. Aminta Guerri andò per certi negozi domestici fino a Massa, nella primavera del 1859. Da Massa si avviò a Carrara; di l
La rabbia appena repressa con la quale il Conte fremeva queste parole, avrebbe fatto avvertito agevolmente chiunque vi avesse posto mediocre attenzione, della ipocrisia da lui adoperata nei suoi colloquii fin qui; ma Luisa teneva la mente rivolta altrove, e lunga ora stette col capo dimesso al pavimento come persona affatto avvilita, incapace a formare un concetto, o profferire una parola. Il Conte la sogguardò sospettoso, e poi riassicurato riprese: Però non mi diparto dal mio proponimento, che i figli non hanno a portare il peso delle iniquit
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