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Aggiornato: 7 maggio 2025


Re Carlo dunque nell'andar di Roma a Parigi, era soprastato alquanti in Marsiglia; ove al suo vicario di Provenza avea commesso che, allestite in fretta venti galee, e armatele della miglior gente di mare di tutta Provenza, mandassele in Puglia, d'aprile o di maggio al più lungo : ed ei medesimo poco appresso, tornato a Marsiglia, e trovate le galee munitissime di attrezzi e armi e ciurma al doppio dell'ordinaria, aveale affidato a Guglielmo Cornut e Bartolomeo Bonvin, marsigliesi; giurando Guglielmo che darebbegli morto o prigione l'ammiraglio nimico . Il principe di Salerno al tempo stesso armava nel reame di Puglia novanta tra teride e galee, che a mezzo giugno si trovassero a Reggio . Abbandonato egli avea nel corso d'aprile gl'infelici alloggiamenti di Santo Martino, ove per disagio e febbri consumavasi come in atroce pestilenza la gente francese; ch'eravi anco morto con grande compianto Piero conte di Alençon, e scarseggiavan le vittuaglie e lo strame.

Dolente Oggi lo sento Mi armava amor d'insolito Disperato ardimento. Sono cinque anni che mi andate giurando di amarmi, con frasi così pompose che non ci ho mai creduto, e parlate d'insolito ardimento! Insolito disperato ardimento: quello che è insolito, non è l'ardimento ma la disperazione. Sono cinque anni che vi giuro di amarvi, e cinque anni che vi prendete giuoco di me.

lo bivero s’assetta a far sua guerra, così la fiera pessima si stava su l’orlo ch’è di pietra e ’l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in la venenosa forca ch’a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: «Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che col

lo bivero s'assetta a far sua guerra, cosi` la fiera pessima si stava su l'orlo ch'e` di pietra e 'l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in su` la venenosa forca ch'a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: <<Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che cola` si corca>>.

I tempi ingrossavano, Carlo V per impadronirsi dell'Italia doveva inoltrarsi coll'esercito, ma difettava di danaro: Francesco I uscito di prigione contro le supposizioni del Macchiavelli armava; il cardinale Colonna, nimicissimo di Clemente VII, alla testa di 800 cavalieri e di 3000 fanti irrompeva nella citt

Sdegnò compagni, e solitario letto Era suo voto; i giusti altrui pensieri Onorar con mercede ebbe diletto, E mostrava al malvagio atti severi; Sovente armava di corazza il petto, Ed ergeva su l'elmo alti cimieri, E tra le squadre de' nemici sparte Vibrò vittoriosa asta di Marte.

Così favellando era rimasto in giustacuore di bufalo; i nemici ingrossavano alla pianura; Carlo cominciò ad armarlo dei suoi arnesi, e mentre lo armava lo avvertiva: «No, sire Arrigo, voi lascerete lo impaccio di guidare le mosse al Maliscalco Mirapoix, ed ai Vandamme; state intento a ferire bei colpi, potrebbe distrarvi il comando....» in questa gli stringeva gli sproni «io giurerei che nessun Cavaliere avr

Vedete infatti; di tanti martirii, di tante sofferenze, s'incominciava a raccogliere il frutto. Gravi risoluzioni erano state prese nel segreto dei colloquii diplomatici, e quel segreto lo sapevano tutti, in Italia. Il Piemonte si armava a furia; la Francia, la nobile Francia, caldeggiava l'impresa. Ancora qualche mese, e una frase severa di Napoleone III all'ambasciatore austriaco appiccava il fuoco alle polveri. La guerra imminente! E qual guerra! La guerra divina, di tutto un popolo contro i suoi oppressori. Lungamente abbracciato dai suoi, benedetto dal padre. Aminta Guerri andò per certi negozi domestici fino a Massa, nella primavera del 1859. Da Massa si avviò a Carrara; di l

lo bivero s'assetta a far sua guerra, cosi` la fiera pessima si stava su l'orlo ch'e` di pietra e 'l sabbion serra. Nel vano tutta sua coda guizzava, torcendo in su` la venenosa forca ch'a guisa di scorpion la punta armava. Lo duca disse: <<Or convien che si torca la nostra via un poco insino a quella bestia malvagia che cola` si corca>>.

Gli esercizi del fuoco erano preceduti dal movimento di base del preparatevi. A tale comando il fucile si portava presso a poco nella positura di «presentat-arm» e da questa si armava il cane, premendo con il pollice della mano destra sul vitone del cane medesimo. Ciò fatto si passava al secondo movimento, cioè all'impostatevi, portando il piede destro un palmo dietro al sinistro e volgendo il corpo verso destra, in guisa da «metterlo a mezzo profilo». Così si spianava l'arma «appoggiando la guancia destra sul calcio, chiudendo l'occhio sinistro per potere aggiustatamente mirare col destro lungo la canna l'oggetto che si vuole colpire.... Quando non sia determinato questo oggetto da prendere di mira, il soldato far

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