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Aggiornato: 20 maggio 2025
Nel secondo si leggeva Stendardo, e la impresa erano due bracci che armati di martello battevano sopra una incudine col motto: nè per picchiar si rompe: nel terzo e nel quarto, Vandamme; quello era tutto nero con gocce di argento, e fu dono della dama dei suoi pensieri, che volle in quel modo significare le lagrime che avrebbe sparso nella sua lontananza; nell'altro scorgevasi un cuore tra le fiamme, passato da parte a parte con una freccia, a similitudine di quelli che i nostri moderni amorosi mettono in cima alle lor lettere erotiche: il quinto diceva Belmont, e per impresa un vento affannato a spengere un fuoco col motto: nè per soffiar mi spengo: il sesto Mirapoix; la impresa, una testuggine col motto latino: Tarde sed tuto: il settimo Bresilles, e faceva levriero che ritorna con la lepre: l'ultimo appariva tutto bianco, come costumava portassero nel primo anno i nuovi Cavalieri, ed apparteneva al giovane Jonville.
Dopo queste parole il Cavaliere primo venuto si muove in soccorso del suo compagno, che, sopraggiunto dal Monforte di un colpo di lancia su la spalla destra, era stato costretto a lasciare il Vandamme, il quale fu miseramente calpestato dal suo cavallo, e piegare dal lato sinistro per modo, che, se non avesse puntato l'asta per terra, sarebbe per certo caduto; ma così presto si addirizzò, che lo Stendardo, avendo preso la mira bassa per ferirlo, piantò l'asta in terra. Il Cavaliere primo venuto, giungendo a gran corso, urta le spalle dello Stendardo così fieramente, che questi battendo col viso su le barde del suo destriere si sconcia il naso, e due o tre maglie della visiera gli si incarnano nelle guance; quindi continuando percuote il Monforte, e rompe nel suo usbergo la lancia; levata tosto la spada, si d
Armato di tutto punto il Visconte, Carlo fece condurre il destriero: comparve il generoso animale avviluppato entro immensa gualdrappa ricamata a fiordalisi; ed appena conobbe il signore, nitrì; Carlo mostrò qualche cordoglio a cederlo, pure allo improvviso si scosse, e: «Va,» disse «Benevento vale bene un cavallo bardato.» Terminata cotesta faccenda, «Baroni,» aggiunse «ascoltate i comandi: voi, sire Visconte di Cocence, Maliscalco Mirapoix, Vandamme, Clermont, prendete con voi mille cavalieri francesi, e sostenete l'assalto; compongano la battaglia le brigate dei Fiamminghi dei Brabanzoni, dei Piccardi, i Romani, e i cavalieri della Regina; porti l'insegna Guglielmo lo Stendardo, li comandi il nostro cugino Roberto di Fiandra, il Contestabile Giles Lebrun, e Beltramo di Balz; noi terremo la riscossa co' Provenzali, avremo con noi Guido Monforte, Crary, e voi, Conte Guerra, co' Guelfi di Toscana; la parola è la solita di Francia, Mongioia, cavalieri.
Parola Del Giorno
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