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Aggiornato: 8 luglio 2025
A Sampierdarena il nostro vagone venne staccato e lasciato fuori dalla tettoia. C'era un intervallo di due ore e mezza. Era un'altra punizione che avremmo scontata se i carabinieri non avessero avuto fame. Avevano appetito, volevano mangiare col sedere sulla scranna, e dare anche a noi il modo di far colazione più comodamente che ammanettati nella cella.
Vi avverto ancora che queste notizie scritte sulla mia cartaccia sono tutta roba rubata: io non ne so tanto: vi domando perdono e ve ne interrompo la lettura; perchè anche a me l'interruppe la voce del conduttore, che, avendo gridato: Serravalle! Serravalle! di tutta forza sbattè lo sportello del vagone.
Mi cacciai in un vagone polveroso, e quando il treno si mosse, e Cordova apparve ai miei occhi per l'ultima volta, la salutai coi versi del poeta arabo, un po' troppo sensuali, se si vuole, per il gusto d'un europeo; ma, in fin dei conti, adatti all'occasione: «Addio, Cordova! Per vivere sempre fra le tue mura, vorrei far vita più lunga di Noè.
Nel primo scompartimento d’un vagone entro io. Due donne sono entrate prima di me: una sui sessant’anni.... Carlo Era lei? Francesco No. L’altra dai trenta ai quindici anni, o viceversa. Questa era lei. «Scusi
I miei compagni di viaggio erano quasi tutti condannati per reati comuni. Nelle celle del vagone mi parevano tante bestie. Parecchi di loro erano usciti dal reclusorio di Finalborgo ed erano sulla strada dei penitenziarii sparsi per l'Italia meridionale.
Nello sforzo gli cadde il cappello da prete: istintivamente tentò di raccoglierlo, ma si avvide tosto di essere ammanettato ed alzò gli occhi al cielo. Nessuno disse una parola. Pareva che la vita fosse finita sul montatoio. Ciascuno, ravvolto nel proprio dolore come in un mantello, sentiva gli strazii delle famiglie che singhiozzavano sotto la tettoia. In Vagone cellulare.
Gli avevo portato un dispiacere e delle male parole all'ultim'ora, per mia memoria. Non osai più accostarmi. Lo vidi che dal vagone continuava a parlare con la sua ragazza ed a stringerle la mano traverso lo sportello, ed a guardarla con quegli occhioni gonfi, dove c'era tanto amore da riempiere il cuore a dieci mamme; ma non ne toccano alle povere mamme di quegli amori e di quelle occhiate l
E perchè convinto di questo, non ho potuto lasciare senza risposta le parole dell'egregio Marius. Al quale auguro in altra occasione una luna meno amareggiata da molte nuvole e una lampada di vagone meno fioca. Quando sento dire d'un giovane: È serio, assennato, non ha chimere pel capo subito mi domando: Ma è proprio giovane costui?
Creda pure diceva, col suo biglietto di prima classe nel nastrino del cappello creda pure che in vita mia non ho mai passato una giornata più incantevole di questa.... Ah! ecco la campana, che annuncia la partenza del convoglio. Dunque, tante cose.... e grazie.... grazie! Vogliamo accompagnarla fino al vagone. Oh, non permetterò....
La Ludovina, dopo la scenata di ieri l'altro, era in sospetto e volle accompagnarmi fino alla stazione, anzi fino al vagone, e non se ne andò se non quando vide partire il treno. A Monza son saltato giù e ho preso il tram a cavalli per ritornare a Milano. Ahi! ella comincia a sospettare... osservò il Cavaliere. Ma infine che diritti ha questa sora Ludovina? chiese brutalmente don Procolo.
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