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Aggiornato: 6 giugno 2025
Primo a servirsi della relazione del Verri fu il CUSANI, che nella sua Storia di Milano, vol. VII, p. 91 e segg. ne riferí lunghi estratti: essa fu poi pubblicata con molti errori e lacune nel vol. IV, pp. 445-507 dalle Lettere e scritti inediti di PIETRO e ALESSANDRO VERRI a cura di C. CASATI, Milano, Galli, 1879-81.
Poi, quando Gian Luigi riprendeva, Lidia marcando due gettoni annunciava: À vol, e dava in un nuovo scoppio di risa; al Gian Luigi intontito. Ma quella sera in cui ci trovavamo soli noi tre, le buone carte parevano accorrere fra le mani di Gian Luigi, troppo generoso per ridere della disdetta di Lidia, quantunque ne avesse quasi il diritto.
⁵⁴ Vedi in questo vol. la lettera di lui. Da poco nell’antica torre di S. Ninfa, dallo Osservatorio Astronomico si leva gigante alla contemplazione del cielo l’ab. Piazzi, che presto dar
S'io vissi iustamente senza inganni Hor fin ch'io vivo, usar uno tradimenti. che chi ciò fa, se steso abbrevia gli anni. Se mali & vitii, mai da me fur spenti. Hor ne abondino tanti che arda il cielo. che a' bassi, giova il mal de gli eminenti. Se al ben altrui fui pien de ardente gelo Hor al mal per lo opposito esser voglio che chi vol mutar stato, cangia pelo.
Questo fatto successe in Sardegna a Domus nova nel 1839; con la differenza, che il cacciatore invece di andare pei nidi di Aquila, cercava quelli di Avvoltoio. Intorno a queste stupende, e subitanee trasformazioni di capelli, oltre gli esempii addotti in parecchie opere mie, il signor ALIBERT, nel vol.
Essi pur, benchè da loro Lunge sia mio seno oppresso, San che li amo, san che spesso A lor palpito vicin: San che sol la minor parte Di me preda è degli affanni; San che l'alma ha forti vanni, Che il suo vol non ha confin. Lode eterna al Re de' Cieli Che m'ha dato questa mente, Che lo immagina, che il sente, Che parlargli e udirlo può! Morte, invan brandisci il ferro Di che mai tremar degg'io?
C. A. I.» vol. Forse si potrebbe utilmente sostituire la traversa inferiore cui si attacca il gancio in ferro per uncinare la correggia di cuoio, con una leggera sbarra di ferro, foderata di cuoio o di stoffa per addolcire gli spigoli.
⁴⁸⁴ Galt, op. cit., p. 50. Vedi nel presente vol., p. 219.
Amato molto, amato sia il Signore Che per l'anime umane arde d'amore! Oscuro o potente, Di Dio tu sei figlio, Fratello degli Angioli, Ancor che in esiglio! Gran fallo ci avvolse Nel fango e nel duol: Amiam! ci fia reso Degli Angioli il vol! Quoniam mulier sancta es et timens Dominum.
Tu non mi toglierai Questa che m’arde in cor forza divina, Tu non m’arresterai Ne l’irruente vol che mi trascina. Impotente è il tuo rostro.
Parola Del Giorno
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