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Aggiornato: 24 maggio 2025
²⁹³ Houel, op. cit., t. I, p. 71. ²⁹⁴ Galt, op. cit., p. 38. Vedremo nei seguenti capitoli le ragioni che per molti di essi era causa di rovina; nel presente non saranno inopportuni pochi cenni, che particolarmente illustrano quella vita o, come oggi si direbbe, quell’ambiente.
²⁷⁹ Rezzonico, Viaggio, pp. 133 e 139. In Cefalù l’inglese Galt trovava «un tempio senza pari e una miseria senza nome»²⁸⁰. ²⁸⁰ Galt, Voyages, p. 77.
Nessun obbligo all’artista, ripetutamente, anche fragorosamente applaudito, di ripetere la canzone, la cabaletta, il duetto richiesto, salvo che il Capitan Giustiziere, credendolo conveniente, con un cenno all’attore od all’attrice non l’ordinasse. Per tal modo, tutto procedeva regolarmente⁸³. ⁸³ Galt, Voyages and Travels, pp. 33-36.
⁴⁶⁹ Una notizia in proposito ha Galt, op. cit., p. 40.
⁴⁹ Galt, op. cit., p. 20. Sconfortante peraltro è il pensare che molto, moltissimo venga manifatturato all’estero su materie prime qui prodotte e da qui partite.
Dall’agosto al dicembre i fichi d’India erano la provvidenza di quanti non avessero da sfamarsi; e ciò non solo nella Capitale, ma anche in tutta l’Isola. Galt sul principiare del secolo ne trovò quasi incredibile il consumo. «In ogni parte voi v’incontrate in piantagioni di fichi d’India, in ogni villaggio coperte ne sono le stalle. Ad ogni angolo di strada di Palermo sono articolazioni (pali) di fichi d’India. Se vi capita uno che mangi, il suo cibo non sar
«La maggior parte dei signori son coperti di debiti: e le entrate dei pochi, inadeguate ai loro bisogni; molti vivono in uno stato di miseria completa»³¹⁵. ³¹⁵ Galt, op. cit., p. 36. Ecco il giudizio di un inglese, venuto nei primordî del sec. XIX a studiare la Sicilia: giudizio assoluto, e, perchè assoluto, inesatto; nel quale una gran parte di vero è bensì a presumere, senza potersi provare.
²⁷⁶ L’Italia tradotta dal francese, p. 231, 1778. ²⁷⁷ Galt, Voyages, p. 26. Tutto questo nella Capitale; uscendo però da essa ed affacciandosi nell’interno dell’Isola, la miseria, vera o simulata, appariva nella crudezza più ributtante. Vediamo come ce la descrive il Meli: «Il primo aspetto della maggior parte dei paesi, e dei casali del nostro Regno annunzia la fame e la miseria.
L’ab. Meli raccomanda, rimedio infallibile alla sonnolenza, lo star di casa ai Calderai, che è, secondo Galt, «il sito forse più tumultuoso di tutta Europa», dove si ammassano «considerevoli blocchi di stagno per la manifattura di lampade, forchette e di altri utensili da tavola e da cucina»⁴⁹. Nel medesimo rione (e deve esser la Kalsa) egli vede pure una strada tutta di ricamatrici: ed il ricamo è su mussolino di Caltanissetta, citt
⁴⁷¹ Galt, op. cit., p. 27. Quale distacco tra chi avea e chi non avea! Capitolo XXIII.
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