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Aggiornato: 2 giugno 2025
sì che ’l pregno aere in acqua si converse; la pioggia cadde, e a’ fossati venne di lei ciò che la terra non sofferse; e come ai rivi grandi si convenne, ver’ lo fiume real tanto veloce si ruinò, che nulla la ritenne. Lo corpo mio gelato in su la foce trovò l’Archian rubesto; e quel sospinse ne l’Arno, e sciolse al mio petto la croce
Quel che fe' poi ch'elli usci` di Ravenna e salto` Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua ne' penna. Inver' la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver' Durazzo, e Farsalia percosse si` ch'al Nil caldo si senti` del duolo. Antandro e Simeonta, onde si mosse, rivide e la` dov'Ettore si cuba; e mal per Tolomeo poscia si scosse.
si` che, veduto il ver di questa corte, la spene, che la` giu` bene innamora, in te e in altrui di cio` conforte, di' quel ch'ell'e`, di' come se ne 'nfiora la mente tua, e di` onde a te venne>>. Cosi` segui` 'l secondo lume ancora.
Così ragiona, e ver lui move il passo; Ma Folco al gran campion più s'avvicina, E giocondo a mirar, col capo basso Il ginocchio piegando umil s'inchina; Dice poscia: è ragion, che 'l corpo lasso Ti ristori, o Signor, grazia divina, Poi che per Dio sì travagliarlo godi; Or l'eterna bont
Navigò Pietro di Trapani ver ponente a golfo lanciato; ch'entrato in mare il dì undici maggio, forte il travagliava un timore di non giugnere a tempo.
E l’idropico: «Tu di’ ver di questo: ma tu non fosti sì ver testimonio l
in su la sponda del carro sinistra, quando mi volsi al suon del nome mio, che di necessita` qui si registra, vidi la donna che pria m'appario velata sotto l'angelica festa, drizzar li occhi ver' me di qua dal rio. Tutto che 'l vel che le scendea di testa, cerchiato de le fronde di Minerva, non la lasciasse parer manifesta,
è silogismo che la m’ha conchiusa acutamente sì, che ’nverso d’ella ogne dimostrazion mi pare ottusa». Io udi’ poi: «L’antica e la novella proposizion che così ti conchiude, perché l’hai tu per divina favella?». E io: «La prova che ’l ver mi dischiude, son l’opere seguite, a che natura non scalda ferro mai né batte incude». Risposto fummi: «Dì, chi t’assicura che quell’ opere fosser?
Più da' suoi cavalier non si difende? Del superbo Ottoman sostien l'impero? Quivi Aletto sue frodi a narrar prende: Ma ferma il guardo in volto al cavaliero, Ben osservando, s'ei consente o nega Credenza al ver, mentre le note spiega.
È ver!... Ma tutti muojono, E dotti e gaudenti! E allor che giova il plauso O il biasmo delle genti? In un pugno di polvere L'incompreso Destino Muta i cranii di Dante e d'Arlecchino! Viviam!... Rubando un briciolo, Affannosi, all'Ignoto, O tessendo una lirica Ad un pugno di loto, Pensiam che i giorni passano, E che forse Alighieri Invidia il bimbo partorito jeri...
Parola Del Giorno
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