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La relazione del viaggio di Giosafat Barbaro fu pure pubblicata dal Ramusio, e, tradotta in latino dal Geudero, fu inserita nell'Historia rerum persicarum del Bizarro.

Pare da ciò che presso gl'indiani i divertimenti teatrali fossero, come presso i greci, una specie di riti sacri. Si è tradotta la benedizione non come un tratto di poesia da poter fare effetto in Italia, ma come una bizzarra curiositá. Ne' greci e ne' latini vi ha pur molte e molte particolaritá che per noi sono insipide, appunto come la benedizione del bramino.

Domandagli ora ripigliò il padre dopo che Leopoldina gli ebbe tradotta la risposta dell'avvocato quanto ci potrebbe toccar di spese nel caso che vincessimo, ma che dovessimo pagare a met

«Ma scusate; senza badarvi, la recitavo nel testo provenzale, non rammentando che l'avevo tradotta. «Corrucciato, dolente, io partirò, Se pria non vegga l'amor mio lontano, E non so quando mai lo rivedrò, Chè nostre terre son troppo lontano! «Quel Dio che quanto viene e va creò, Che vita diede a quest'amor lontano, Mi dia conforto al cor, perchè pur ho Speranza di vederti, amor lontano!

Della sua antica bellezza si dicevano prodigi ma non glie l’aveva certo sciupata l’amore, che anzi, quarant’anni addietro accusata di infanticidio e tradotta dinnanzi il tribunale, questo l’aveva assolta, essendo accorso tutto il paese a giurare che non le si conoscevano amanti e che nessuno mai l’aveva veduta tampoco sospettata incinta.

Nel 1861, al Carlo Felice di Genova si produsse per la prima volta la famosa opera di Herold, lo Zampa, nuovamente tradotta in lingua italiana, e il Mariani, con talento e sapere, completò lo spartito di non pochi recitativi e dialoghi a grande orchestra.

Anch'ella lo aveva intravveduto, quel tipo: da principio nel Damone e nel Pizia delle Novelle del Soave; poi nel Niso e nell'Eurialo dell'Eneide, tradotta del Caro; meglio ancora nel Telemaco di Fénélon, su cui aveva studiato il suo francese, e nel Tancredi della Gerusalemme, che l'aveva iniziata alla grandezza dell'ideale cavalleresco e alle bellezze del linguaggio più nobile che mai abbia parlato per bocca italiana l'amore. Questo tipo, sempre conteso, sempre gelosamente nascosto alle fanciulle nella loro educazione morale, trapela ad ogni istante, da ogni pagina della loro educazione letteraria. A farlo a posta, si ottiene un fine ben diverso da quello che presiede alla educazione femminile. Non vedendo mai quel tipo nella sua verit

E mentre noi, fumando uno squisitissimo avana, rifacevamo a lenti passi la corsia, un orecchiante avvinazzato ci teneva dietro, urlando a squarcia gola una sua reminiscenza dell'opera, tradotta nei versi: «Caro padre a la madre regina «I possenti mangiavan i figli.... : Il testo dice: Cara patria, gi

M'ero allontanato alcun poco, andando a sedermi presso una signora, i cui occhi neri e umidi pareva dicessero agli uomini: «, fratello: io seguo il mio triste destino d'appassionata». E di quegli occhi, di cui credevo aver tradotta finalmente l'espressione, io studiava i possibili sogni e le veemenze, lasciando che nell'angolo, ov'era Lidia, continuasse il discorso d'ammirazione e di vanit

E il De Goncourt, facendo risuonare quella sua particolare risata ironica e geniale: " Come sono fortunati questi spagnuoli! Non hanno un Ohnet!" Singolarissima è la scena della sua visita a Vittor Hugo; merita di essere tradotta per intero. "Negli ultimi giorni della mia dimora a Parigi, al mio ritorno da Vichy, conobbi Vittor Hugo, ultimo e grandioso superstite della generazione romantica.