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Dal Camposanto al caffè, è un bel salto; ma viaggiando se ne fanno anche di più lunghi. I caffè di Barcellona, come quasi tutti i caffè della Spagna, sono un solo vastissimo salone ornato di grandi specchi, con tanti tavolini quanti ce ne posson capire; dei quali è raro che rimanga libero un solo, neanco per una mezz'ora, in tutta la giornata. La sera son tutti pieni, affollati, da dover molte volte aspettare un bel pezzo per avere un posticino accanto alla porta; intorno a ogni tavolino, v'è un crocchio di cinque o sei caballeros, colla capa sulle spalle (un mantello di panno oscuro, munito d'un'ampia pellegrina, che si porta in vece del nostro pastrano); e in ogni crocchio si giuoca al domino. È il giuoco più in voga presso gli Spagnuoli. Nei caffè, dall'imbrunire sino a mezzanotte, si sente un rumore fitto, continuo, assordante, come il rumor della grandine, di migliaia di tessere volte e rivolte da centinaia di mani, che quasi bisogna alzare la voce per farsi sentire da chi vi è accanto. La bevanda più usuale è il cioccolatte, squisitissimo in Spagna, portato per lo più in piccole chicchere, denso come conserva di ginepro e caldo da scorticare la gola. Una di queste tazzine, con una goccia di latte, e una pasta particolare, che si chiama bollo (boglio), morbidissima, è una colezione da Lucullo. Fra un bollo e l'altro, feci i miei studii sul carattere catalano, discorrendo con tutti i Don Fulanos (nome sacramentato in Ispagna come il Tizio fra noi) che ebbero la bont

Egli facea versare alla principessa lo squisitissimo vino americano, di un nitido color d'ambra, vino riconfortante, di un gusto soave, di un delicato profumo. In una bottiglia il Weill-Myot avea gettato una sottilissima polvere, che dovea aver per effetto di suscitare nella principessa una sete inestinguibile, incitarla al bere, e darle un'ebbrezza assai forte, sebbene passeggera.

La parola, dapprima restìa, vaga, scialba, diveniva facile, colorita. La mia attitudine all'osservazione arguta e giusta si svolgeva lentamente ma gradualmente. Ora, infine, si meravigliavano essi di quel che dicevo; ma io me ne stupivo più di loro. Sentivo un piacere doppio, squisitissimo, e per la cosa detta e perchè l'avevo detta io, senza che altri me la cavasse fuori a mia insaputa.

Fra un'armonia di gusti e un senso estetico squisitissimo, una facilit

Qual'è l'uomo, per poco sia assiduo lettore di giornali, che mai non abbia impallidito e tremato dinanzi ad una frase in corsivo? Era un bel mattino di maggio. Il re si svegliava da un olimpico sonno. A destra del letto, da una guantiera sfavillante di oro e di gemme, esalavano i profumi di un moca squisitissimo.

E mentre noi, fumando uno squisitissimo avana, rifacevamo a lenti passi la corsia, un orecchiante avvinazzato ci teneva dietro, urlando a squarcia gola una sua reminiscenza dell'opera, tradotta nei versi: «Caro padre a la madre regina «I possenti mangiavan i figli.... : Il testo dice: Cara patria, gi

Io, ti voglio giovane, bella, pura come uscisti dalle mani del regolatore dei mondi!... casta, ideale, fantastica... E quindi, il primo, lo squisitissimo, l'incomparabile capo d'opera dell'Eterno! Compagna e consolatrice dell'uomo, tu sei, quando buona, il più prezioso de' suoi tesori. E seduta, ansiosa di sollevarlo, pia, al capezzale del soffrente ferito, tu sei un angelo!