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Aggiornato: 27 maggio 2025
Ai 3 d'agosto del medesimo anno, ei salpò con tre caravelle dal porto di Palos; e navigando sessantanove dí, giunse addí 12 ottobre all'isola di San Salvatore; e, toccate Cuba e San Domingo, tornò a Spagna nel 1493.
Per uscire da questi cupi pensieri, o forse piuttosto per intrattenervisi, pregò Emilia di andar a cercare il liuto, e suonargli qualche bel pezzo di tenera musica. Nell'avvicinarsi alla peschiera, essa fu sorpresa di sentire le corde del suo strumento toccate da una mano maestra, ed accompagnata da un canto lamentevole, che cattivò la di lei attenzione. Ascoltò in profondo silenzio, temendo che un indiscreto movimento non la privasse d'un suono o non interrompesse il suonatore. Tutto era tranquillo nel padiglione, e non sembrando che ci fosse alcuno, ella continuò ad ascoltare; ma finalmente la sorpresa e il diletto fecero luogo alla timidezza; questa aumentò pella rimembranza dei versi scritti a matita, da lei gi
O anime innocenti, che vagheggiate dal sorriso dell'Eterno, tratte dalla lusinga dell'amore godete affacciarvi alla vita, e tutte esultanza intendete ad una aurora di cui non vedrete mai il sole, nè badate alla bufera che vi minaccia alle spalle, vivete, vivete nelle beate illusioni di un tempo che passa; non guardate queste mie carte, non le toccate, che grondano sangue!
Egli giace infermo, ma rammentati che quel miserando stato lo deve ai disagi sofferti ed alle ferite ond'è crivellalo il suo corpo, toccate sul campo della gloria.
PANURGO. Non dice nulla. GERASTO. Parla. Che dicevi di medico? TOFANO. Dico che.... GERASTO. Che cosa «dico che»? TOFANO. Voi mi toccate il gomito; che volete da me? PANURGO. Chi ti tocca, asinaccio? TOFANO. Adesso mi tocchi il piede. Omai m'avete storpiato. PANURGO. Non si vuol partir questa bestiaccia! TOFANO. Dove volete che vada? PANURGO. Va' in buona ora!
Toccatelo sul tasto della politica, disse il visconte sbadatamente, mentre i suoi occhi dilatati si affissavano a qualche oggetto lontano che lo attraeva. Sarebbe una soperchieria, rispose il medico solennemente; toccate sul tasto della politica l'uomo più assennato e più calmo; ne uscir
Quando, mesi fa, erano arrivati in quella casa, Nancy aveva subito raccolto tutte quelle fotografie e le aveva nascoste in un armadietto buio in corridoio. Ma la signora Johnson arrivando all'improvviso, come soleva fare coi suoi inquilini, s'era guardata intorno con occhi severi. Dove sono tutte le fotografie? aveva chiesto con voce terribile a Nancy. Quelle non vanno toccate.
Come se me l’avessero calpesto il cor mi duole, e fede m’abbandona: mi sferzan tutta, carne anima vene, le passïoni con ardor selvaggio, ed io sento che vano è il mio coraggio, sento la morte o la follia che viene.... Toccate quanta arsura ho nelle mani, guardate quante fiamme ho dentro gli occhi. Fate ch’io preghi, curva sui ginocchi, come nei giorni placidi lontani!...»
Allorquando però le mani del servo la toccarono si ridestò rabbrividendo e facendosi da lui il più lontano possibile. Non mi toccate, gridò non mi toccate; le vostre mani contaminano, le vostre mani sono quelle del carnefice, fanno delle vittime, danno la morie. Che morte! vi conduco alla vita, io!
Roberto non potea starsi dal far un confronto tra le sorti, sì differenti, toccate a lui e ad Enrica; dal paragonare alle splendidezze in cui essa viveva, le squallide mura, il duro letticello della sua prigione, ov'era ormai rassegnato a trascorrer tutta la vita. Ed Enrica ha avuto figli? chiese Roberto, movendo tale domanda per semplice curiosit
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