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Aggiornato: 1 giugno 2025
Il mattino seguente, che era una domenica, mi alzai per tempo, apersi la finestra, e respirai a pieni polmoni la brezza mattutina, contemplando lo stupendo panorama delle Alpi che mi stava davanti, e volando colla fantasia attraverso la strada percorsa da Tirano a Sondrio, per Morbegno, Colico, Como e Milano.
Il sole partecipa come un baldanzoso burbero benefico alla festa clamorosa. Con una folle raggera di frecce aguzze affilatissime il sole accende le mille vesti colorate e i visi di rosso sudore lucente delle friulane e il drappeggio azzurro delle gonne nel gorgogliare dell'acqua corrente. Le popolane si alzano le gonne e le agganciano alla cintura. Godono i polpacci agili nella gelateria dell'acqua che moltiplica i suoi ssssss gggggg got got glu glu glu glu flav got ssss gggg flic flacpluf pluf plaf imitando e riassumendo rumori, suoni di bottiglie, sorgenti, cascate, arpeggi, camini invernali e il bisbigliar degli innamorati sotto le frasche ventose. Il guado è meno praticabile dei precedenti. La mia 74 s'immerge, quasi naviga. Abbiamo fasciato il motore. Ma il sole propaga su di noi una così maestosa ascensione di raggi sulla nostra testa con un così trepidante ardore sulle spalle, che le forze sono centuplicate. Molte donne speravano di salvare le loro gonne di lusso e le hanno su, su arrotolate come sipari di teatrini burattinai sulle ginocchia e sulla pancia. Ammiro i muscoli tesi sotto la carne rosea delle forti cosce di quelle che tirano la corda. Altre sono proiettate in avanti con sforzo atletico tirando con noi i parafanghi. E le bambine fragili hanno l'acqua al petto. La corda danza ad ogni impeto del motore che rrrrrruggendo, rrrrrrrrruggendo vuole disincagliarsi. Zaz
Egli scodinzolava in segno di assentimento, io gli feci una carezza affettuosa, egli venne a lambirmi la mano, e così gli diedi, ed egli accettò cordialmente il nome di Bitto. Quel giorno pranzammo lietamente a Tirano, e usciti dal paese, prendemmo un'oretta di riposo sull'erba all'ombra d'antiche piante sui confini d'un bosco.
Comprendo, diceva tra sè il messinese; egli teme che quelle due incantatrici mi tirano giù; che senza saperlo io commetta qualche imprudenza; forse ha ragione, se pensa questo!... È meglio che io non vada, anche per me; perchè, se fossi indiscreto, mi tirerei addosso la collera del duca e di Federico insieme; e basterebbe quella d'uno solo di loro.
Io, per esempio, non me ne occupo affatto. Allora tutta grazia, tutta gentilezza con un rospaccio, con un istrice, con un orso, un villanaccio di quella sorta. Ecco, veda, troppe parole! rospetto, villanello tutt'al più. Si guardi come subito le rughe tirano in giù il labbro. Che cosa è la vecchiezza? Sono gli anni? Mai più! Sono i nervi che subiscono una lenta, irreparabile alterazione.
Dieci ducati di oro! E' ci era da comprare un reame. Volevamo andare tutti: per metterci d'accordo facemmo il conto, e toccò a me. Sciogliemmo le corde, che noi altri cacciatori di montagna costumiamo tenere cinte a più doppii intorno alla vita, ed annodatele insieme ci parve potessero bastare per giungere laggiù: mi calarono; con la sinistra agguantava la corda, con la destra stringeva la coltella tagliente meglio di un rasoio: arrivo al nido, lo stacco, me lo assicuro fra il braccio, e il costato. Gli aquilotti strillano, sono sordo; gli aquilotti beccano, gli lascio beccare: agito la corda, mi tirano su, ed incomincio a salire piano piano come una secchia: ogni cosa cammina d'incanto. Giunto a due terzi, e forse saranno stati anche i tre quarti, della salita, mi percuote un rumore di aria rotta violentemente a modo di turbine, e m'intronano stridi disperati. Il giorno diventa buio, e al tempo stesso due punte m'investono, di cui l'una mi straccia la pelle del capo, e l'altra mi fora il cappello, e se lo porta via; perocchè le aquile fossero due, maschio e femmina, e a quanto pare, come Gildippe ed Odoardo, amanti e sposi: per giunta poi, genitori degli aquilotti che portavo meco. Ambedue rivolsero il volo per piombarmi di nuovo a perpendicolo sul capo. Io non aveva mai visto aquile così sterminate. Santo Uberto mi aiuti! Quando mi vennero vicino menai colpi da disperato; ne giunsi una fra la spalla ed il collo, ma non la ferii bene; all'altra mozzai un quarto di ala: ma egli era nulla; si alzavano, si abbassavano, volteggiavano, mi ferivano nel petto, su le spalle, nei fianchi, si avventavano così ratte ad artigli spiegati contro i miei occhi, che davvero incominciai a pentirmi di essere disceso laggiù: però mi difendeva il molinello, che faceva stupendamente veloce con la coltella per tutta la persona. Pensate un po' voi se dovevano, o no, essere nuovi spettacoli un cristiano sospeso per l'aria, che girava girava come fuso che torce la canapa, col nido degli aquilotti in collo, giuocare di scherma incontro alle aquile, le quali con tutte le malizie loro s'ingegnavano lacerarmi, e lo abisso pieno di stridi degli uccelli, e di voci umane le mille volte ripetute dagli echi, di penne svolazzanti, di sangue grondante, e di furore. Nel voltare la faccia in su incontro la faccia dello sconosciuto sporgente dalla balza, che rideva mostrando i denti a guisa di lupo quando ha fame; mi si abbagliarono gli occhi, e un sudore diaccio mi corse lungo la spina... Santa Vergine! Quale orrore! Nel menare colpi io aveva per inavvertenza tagliata più che mezza la corda, gi
Che succede? chiese ella con voce visibilmente alterata. Siamo inseguiti?... Non ispaventarti, sorellina, disse Daùd colla maggior calma del mondo. Tirano delle fucilate e nulla di più. Non ho mai avuto paura, Daùd, disse con fierezza l'almea. Se corriamo un pericolo puoi parlare liberamente; non farò altro che prendere il fucile e battermi a fianco dei tuoi uomini.
Il villaggio di X al quale io era diretto trovandosi fra Tirano e Bormio, mi mancavano poche miglia per arrivarvi, ed avevo deciso di giungervi sull'imbrunire per evitare la noia dei curiosi che mi avrebbero molestato coi loro sguardi indiscreti.
Egli e i suoi scendono dalle navi; slegano dieci canòe che il signor Almirante aveva comperate dai naturali, per tenerle pronte ad ogni stremo; vi tirano dentro molti rematori dell'isola, che hanno con belle promesse adescati, e mettono la prora verso levante, costeggiando, come avevano veduto fare al Fiesco ed al Mendez.
Vi passeggia tutto il giorno d'intorno la casa; tirato dal desiderio può far qualche errore, e questi errori si tirano dietro le ruine delle case. Perciò avertite di nuovo che non siate constretto patir a vostro malgrado qualche sorte d'ingiuria. PEDOFILO. Passeggi quanto vuole e faccia quanto puote, ché perde il tempo: ed io temo tutto il contrario di quello che voi temete.
Parola Del Giorno
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