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Aggiornato: 7 giugno 2025
Assediò sí Brescia parecchi mesi, ma invano ; ed ebbe a satisfarsi di correr Lombardia e Piemonte, riaccostando a sé le cittá men forti o men costanti, e lo stesso marchese d'Este. Dicesi ne morisse di dolore il terribil papa Gregorio, e vacò poi la sede da due anni.
Però ei stesso non evitò, abbenchè lieve la ferita, e sentendosi scorrere il sangue, fu sopra all'avversario, il rovesciò, e brandendogli il ferro sul viso gli intimò con terribil voce di darsi vinto.
Ma dal rabbioso cor voci spietate Spargeva Aletto, e sì terribil freme, Che da la fronte, e da le ciglia irate Fiamma rinversa, e rio veneno insieme; Spento Ottoman, spente sue squadre armate Quì rimiro oggi mai, spenta ogni speme, E che si possa far, quinci m'adiro, Per opra nostra a suo favor, non miro.
Così per noi vittoria oggi s'acquista? Ed i trofei sperati oggi son morte? Mentre nel così dir volge la vista, Scerne Giassarte che terribil, forte Porge ne la battaglia in vario corso, Ove richiesto è più, saldo soccorso. Di folta polve è ricoperto, e piove Giù per le guancia ampio sudor nel seno, E dal petto anelando il fiato move Che per molta fatica omai vien meno.
Quivi tra' fuggitivi errava altiero Con forti gridi, e con non fievol mano Atanagildo in armi aspro guerriero, E che del grande Araspe era germano; Costui sedea sul tergo a gran destriero Sauro di manto, il manco piè balzano, Ferrigno d'unghia, e come stral veloce, E fea sentirsi con terribil voce: XVIII
Poi mi parea che, poi rotata un poco, terribil come folgor discendesse, e me rapisse suso infino al foco. Ivi parea che ella e io ardesse; e sì lo ’ncendio imaginato cosse, che convenne che ’l sonno si rompesse. Non altrimenti Achille si riscosse, li occhi svegliati rivolgendo in giro e non sappiendo l
Dalle cime native il ghiaccio chiede Borea e lo muta in grandine funesta; Libeccio intanto del Tifone appresta L'arma a Scirocco che terribil riede. «Pel Simun, rugge, per le arene e il fuoco «Del genitor deserto, il giuro al cielo, «In fra le nevi porterò lo sgelo «E di Borea il mugghiar farassi fioco.
L'alte montagne nere e i verdeggianti Colli e le roccie e i pini e le cascate D'argento vivido Suscitavano in lui gli antichi canti, Ricordavano a lei l'ore passate. Mirava il triste sguardo ed il sorriso Ancor più triste e gli diceva i fati Lungo il silenzio E la terribil calma del suo viso E i suoi capelli d'oro scolorati. Egli sentiva nuovo atro dolore E non osava prenderle la mano.
24 Non ne trova un che veder possa in fronte, fra tanti che ne taglia, fora e svena. Per quella strada che vien dritto al ponte di san Michel, sì popolata e piena, corre il fiero e terribil Rodomonte, e la sanguigna spada a cerco mena: non riguarda né al servo né al signore, né al giusto ha più piet
Come talor scagliosi il curvo dorso A salto, a salto se ne van delfini Terror portando col terribil morso Entro i minuti eserciti marini, Tal per diversa via volgendo il corso Sen van quei duo baron tra' Saracini Pur con le spade in man facendo audaci Il gi
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