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A prima vista, senza avere il testo sotto gli occhi e senza conoscere altri tentativi di traduzione, a coloro che conoscono bene lo stile e dirò anche la maniera del Massarani, la lettura del volumetto elegantemente stampato dai Treves fa sospettare che il traduttore abbia interpretato con troppa larghezza la concessione di certe libert

Questo bravo galantuomo così somigliante ad un altro qualunque galantuomo, era anche un novelliere, un romanziere. Aveva ingegno; non quello che comunemente si chiama così in Italia e che tutti hanno a ventidue anni, e per cui si scrivono odi libere d'ogni legge grammaticale, novelle senza soggetto e tentativi di commedie senza intreccio. Un ingegno vero, pulito, lucido, preciso, qualche cosa che rassomigliasse naturalmente all'acciaio. Nessuna morbosit

La farmacia e i pochi ferri chirurgici li lasciammo a Debra-Tabor, dovendo tornarvi, quindi con un coltellaccio qualunque tento fare quanto l'istinto mi suggerisce, ma la mano malata, ridotta doppiamente sensibile dall'infiammazione, cede sotto l'altra, e solo dopo parecchi tentativi mi riesce aprire un piccolo taglio.

Inutile qui sarebbe ripetere i varii tentativi, i molti sperimenti, sempre riusciti invano, per minare, secondo le regole dell'arte, le due caserme. Interessa bensì a sapersi, che i più attivi negli studii e nella direzione pratica di esse furono i due romani Giuseppe Ansiglioni e Giulio Silvestri, dichiarati assenti, con l'ingegnere Giuseppe Bossi, romano, e Giuseppe Monti, muratore di Fermo, intrepido esecutore, entrambi arrestati. Lo scoppio di una mina «era addivenuto necessario, essendosi divulgato che un gran rimbombo dovea essere il segnale della rivolta, stabilita per le ore otto circa di detto giorno 22 ottobre prossimo passato» ed inoltre la sfida erasi gi

Capii che bisognava reagire, farsi forte. Era sopratutto necessario di pensare bene prima e non avere troppa premura di scrivere, altrimenti il tempo passava in tentativi scorretti e la mia mente si confondeva in febbrili sforzi. M'alzai e cominciai a passeggiare innanzi e indietro, tentando di raccogliere i miei pensieri sull'unico punto su cui dovevano riunirsi.

Ma poi, egli avvenne che il nostro innamorato si svegliò da quell'estasi al settimo cielo, e si trovò arnese logoro e quasi dimenticato, come il tizzo spento in fondo al camino d'un salotto, in cui si davano la muta ogni giorno quindici o venti scioperati suoi pari. Il risveglio fu lento e con parecchi tentativi di ritorno al sogno; cosa che a molti sar

Il Chiesi, che non sa leggere in letto perchè gli si chiudono subito gli occhi, in Castello aveva dei momenti di disperazione perchè non gli si concedeva il riposo notturno. Ulisse Cermenati, che sa stare ritto sulle gambe, andava al processo dinoccolato e pieno di sonno, e Federici raccontava agli amici che accendeva, spengeva e riaccendeva il lume con dei tentativi di passare la notte leggendo.

D'onde procede l'ostacolo? Noi lo diremo francamente: mancarono i capi; mancarono i pochi a dirigere i molti; mancarono gli uomini forti di fede e di sagrificio, che afferrassero intero il concetto fremente nelle moltitudini, che intendessero a un tratto le conseguenze; che, bollenti di tutte le generose passioni, le concentrassero tutte in una sola, quella della vittoria; che calcolassero tutti gli elementi diffusi, trovassero la parola di vita e d'ordine per tutti; che guardassero innanzi, non addietro; che si cacciassero tra il popolo e gli ostacoli, colla rassegnazione di uomini condannati ad essere vittime dell'uno o degli altri; che scrivessero sulla loro bandiera: riuscire o morire, e attenessero la promessa. Siffatti uomini mancarono ai tentativi: giova indagarne la causa ma quando sorgeranno e Dio li caccier

E da tutto quel lavoro sorgeva spontanea una parola: Repubblica. La stampa clandestina milanese saettava continuamente i tentativi dei monarchici lombardi ricoverati in Piemonte. Il Comitato Siciliano scriveva in fronte ai suoi Atti la formula: Dio e il Popolo. Repubblicano si chiariva il Comitato dei Siciliani in Parigi. Repubblicana era la stampa segreta toscana. Di Roma non occorre ch'io dica.

Non pretendiamo affermare con questo che nella loro produzione siano adempiute tutte le condizioni che costituiscono una pura opera d'arte. Deficienze, stonature vi sono pur troppo e sarebbe miracolo quasi incredibile se non ci fossero. Nella produzione artistica avviene, come nella produzione naturale, un eccesso, quasi essa sia una serie di prove e riprove, di tentativi e anche di aborti, per raggiungere finalmente una altezza, una compiutezza che non è mai la perfezione assoluta, l'ideale, ma qualcosa di approssimativo all'ideale. Accettiamo come una necessit