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Uno di questi foglietti così diceva: «Non prestar fede al generale Salimbeni». Un altro ancora proclamava: «Governo, ve fidè del generale Salimbeni, Recordève del Carmagnola». Un terzo riproduceva il rozzo disegno di una forca, con la scritta: «Per il general Salimbeni». Un ultimo infine insinuava: «Il tenente generale Salimbeni è giacobino coi figli ed adora solo l'oro,

Se fa presto, trova sempre aperto. Pss! Il tenente, alzando la mano stretta nel guanto bianco, fece cenno di fermarsi ad una carrozzella che passava. Via Lentasio, 59, avete detto? Sissignore. E il Fioccola ripetè l'indirizzo al cocchiere che, frustata la rozza, riprese a correre verso via Manzoni, mentre il tenente si sdraiava nella carrozza, accavallando le lunghe gambe attorno alla sciabola.

Dopo ripetuti attacchi di forze sempre in aumento e soverchianti, malgrado l'eroica resistenza sostenuta dalla Legione Romana reduce dal Veneto della quale faceva parte il tenente Giacinto Bruzzesi che pel suo valore si meritava la medaglia d'oro al valore, malgrado il valore spiegato dal battaglione universitario e da altri valorosi. Anche ai Monti Parioli i nostri venivano sopraffatti.

Contro il suo costume, il vecchio tenente cercava con le molte parole di far men doloroso agli amici suoi l'annunzio della povert

Di giorno il quartier generale del nostro tenente era l'osteria Alla Venezia risorta, condotta da Oreste Meolo, gran ritrovo dei politicanti di Cannaregio. L

Per buona fortuna passò il nostro tenente, che attirato dal chiasso, si avvicinò per curiosit

Fu nella casetta del nonno in Brianza che Gervasio conobbe personalmente il cugino Alessandro, figlio di Aristide fratello del colonnello, che era morto da qualche anno in Piemonte, ufficiale nell’esercito. Alessandro aveva seguita la carriera del padre e dello zio, ed aveva fatte le sue prime armi alla battaglia di Solferino, col grado di tenente.

Mentre stavo, disse Lucertolo così esitante... e proprio sbalordito dallo spettacolo che vedevo, dal tanfo, dal cattivo odore che ammorbava quella stanzaccia... mi vennero fissati gli occhi dinanzi a me, sulla parete vicino alla finestra... Mio Dio! che cosa vidi!... M'accostai... Scorsi nel muro una grossa scalfittura... altre scalfitture... Era facile riconoscere le traccie lasciate dai proiettili di cui era carica la mia pistola la notte in cui sparai il colpo nell'androne... Avevo dunque fatto fuoco in quella notte nella direzione della camera d'Isacco?... Ormai i miei dubbi principiavano a cadere... Alzai il lenzuolo di sul letto, scuoprii i piedi del morente: riscontrai l'orma... L'orma sanguinosa, da me trovata sul tappeto, era stata lasciata dal piede destro dell'ebreo; corrispondeva con la massima esattezza: la stessa lunghezza delle dita, la stessa curiosa conformazione della pianta del piede... Lo ricuoprii, e senza dir verbo mi slanciai nell'androne; uscii, corsi alla Rota... Gridai a tutti la mia scoperta... tornai accompagnato da un sostituto dell'Avvocato fiscale, da un cancelliere, dallo Scrivano della Piazza, dal tenente... Si figurino, quando traversammo il Ghetto, così di pieno giorno!... In pochi istanti la folla si pigiava alla porta, e su su si accalcava per le scale e per gli androni...

Ecco però i passatisti alla riscossa. Sono numerosi. Li guida il tenente colonnello Tusini, piccola barba quadrata nerissima, quasi finta sul viso bruno, nervoso, collerico. Lo segue un siciliano nerboruto e bruno, il tenente Trafficante. Il pazzo indietreggia tirando sassi. E' accerchiato. Sente il muro dietro di . Ha un minuto di esitazione, che lo perde.

Se lo sapevo, mettevo qua un altro; borbottò il tenente. Che importa? disse Aminta. Mi dica quel che ho da fare, e lo farò come un altro.