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Al passo, traversammo il ponte di Splügen e dal ponte ci arrestammo sulla piazzetta del villaggio, innanzi al Bodenhaus Hôtel, dove un gruppo di contadini raccolto pel riposo della sera, ci salutò con amichevol deferenza.

Traversammo la citt

Ognuno di essi aveva una guida che lo tirava con una fune, guida abituata come lui ad arrampicarsi. Così andammo cavalcando, da Tagliacozzo attraverso la gigantesca solitudine montuosa, e per otto ore passammo attraverso rupi scoscese, boschi di quercie e di faggi dalla densa ombra, traversammo torrenti e fiumicelli, sui quali non erano ponti.

Raccolse Pompon, che ascoltava con un orecchio diritto le nostre parole riprovevoli, e traversammo rapidamente l’atrio affollato. Madlen mi diede Pompon su le braccia, con mille raccomandazioni, e sparì nell’ascensore.

Poi traversammo la strada affondando fino al petto nella neve e fummo alle stalle ed al fienile, donde a grandi bracciate levammo quanto foraggio capivano le mangiatoie. Bisognava fornirle prima che capitasse la mandra che poi nella confusione non c’era verso, e spicciarsi a battersela, che le povere bestie spaventate ed affamate non ci cogliessero sul loro passaggio, che ne andava forse della vita. Dio sa come sarebbero entrate a precipizio l

Una buona strada carrozzabile conduce da Portoferraio per la valle sopra Capoliveri verso Longone, attraverso l'isola sino all'altra parte del mare. Si gira intorno al golfo sino a S. Giovanni, un piccolo sito con una capanna da pescatori, da dove le barche fanno il tragitto per Portoferraio. Ci mettemmo in una di queste barche e traversammo il golfo sino a S. Giovanni a vela spiegata, colla velocit

«S'udì ruotar la carrozza in corte, e Massimo salì a prendermi per la partenza. Mi trovò mesta; volle consolarmi e mi fece piangere. Il cameriere prese la valigia e ci precedette. Noi ci stringemmo ancora una volta la mano e scendemmo le scale, e salimmo in carrozza, e traversammo la citt

Preso un po' di riposo, traversammo pochi metri a sinistra, indi, per un lastrone ed un facile camino, giungemmo in un ampio canalone, dove si apre una specie di larga nicchia o grotta: qui, non temendo le cadute di pietre, sostammo a rifocillarci. Erano le 9,30, ci sentivamo malcontenti dei nostri progressi. Disegno di L. Perrachio da una fotografia.

Traversammo l'isola a piedi, con un appetito che la brezza marina acuì e più acuto allora rendevano gli effluvî degli aranci e dei cedri. Per giunta lo spietato sindaco ci descrisse le migliaia di grassi fagiani e di francolini della caccia reale di Procida. Laonde fra le murene dell'indomani della lotta e i francolini che presumevamo mangiare la vigilia ci sembrava mill'anni di arrivare alla prima stazione del viaggio. Il sindaco continuò il racconto nella seguente conformit

Con una risoluzione disperata rinunziammo ad Alba, e ci dirigemmo sulla pianura palentina. Traversammo prima il villaggio di Cappelle, coronato di giardini. Qui gi