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Aggiornato: 13 maggio 2025
Ma gli almugaveri, messo piè a terra, diersi a infestare tutto val di Crati e Basilicata: contro i quali movendo il giustiziere di val di Crati con grosse torme di cavalli, aspettatolo a lor uso in una stretta gola, rupperlo con strage, e l'inseguirono infino a un castello del vescovo di Cassano, ove poser l'assedio.
Come can la straniera ha nari acute, e fiuta, per trovare odor di strage. Ecco, ecco i testimonî che fede a me ne fanno questi fanciulli piangenti sgozzati: maciulla il padre le carni combuste! Sapevamo per fama il tuo profetico estro; ma niun profeta andiam cercando. Ahimè, ahimè! Che mai disegni? Quale immane novello immane lutto disegni in questa casa? Insopportabile pei tuoi, senza rimedio!
La lotta durò continua di piano in piano, di stanza in stanza; finchè, divenuta impossibile la resistenza, incominciò la strage; uomini, donne, fanciulli, combattenti e inermi, furono passati a fil di bajonetta o moschettati. Così Roma nel 25 ottobre suggellò col proprio sangue il voto, che col sangue istesso aveva scritto il 22, e quel voto suonava: Odio eterno alla sovranit
Si combatteva da due ore virilmente da parte dei cittadini; quando la guardia civica con due cannoni si piantò alla Montagnola menando strage dei nemici, che sfiduciati e vinti si danno alla fuga, lasciando prigionieri ufficiali e soldati. Per fortuna loro il popolo, senza alcuna direzione, non pensò di approfittare della fuga, nè d'impadronirsi dei cannoni che poterono portar seco.
Causa della strage i fatti del Papa diversi dalle parole: costui incapace, anzi indegno, a reggere il gregge cristiano, Pastore di Cristo, si aggiunge un complice a cui promette un diluvio di beni nell'altro mondo; in questo non tanti, pure una buona derrata per la parte del successore di Pio: si appostano per trucidare il Papa, alla vista del quale manca loro il coraggio: da per loro si accusano; dovevano essere mandati allo spedale dei matti, e li mandarono al supplizio!
Alla testa de' suoi dragoni, col suo sciabolone alla mano, egli era stato visto caricare nel più folto di un gruppo straniero dove avea fatta strage di mercenarii.
I Numi son usi al fumo giá dei sanguinosi incensi tuoi: stan d'ogni strage appesi i voti ai templi giá; trofei, trionfi son le private uccisíoni. Or dunque morte a placarti basti: or macchia infame perché mi apporre, ov'io morte sol chieggo? NER. In tua difesa intero a te concedo questo nascente dí. Se rea non sei, gioja ne avrò. Non l'odio mio, ma temi il tuo fallir, che di gran lunga il passa.
La relazione mandata dal Machiavelli alla Signoria sulla strage di Sinigallia pare scritta sul marmo, tanto freddo ne spira; mentre il suo disprezzo per Vitellozzo e Oliverotto, che non sanno coraggiosamente morire, rivela più che ogni altra frase, l'ammirazione inspiratagli dal Valentino impassibile nella buona come nell'avversa fortuna.
E qui per dieci anni segue un continuo valicare e rivalicare di soldatesche d’ogni gente e d’ogni maniera, non sempre nemiche ma sempre infeste. Al villaggio della Thuille, il primo che s’incontri scendendo dal Piccolo San Bernardo in Italia, durano anche oggi il terrore e la memoria di lontane stragi e rapine; io intesi ancora raccontare lungo la valle una grande vittoria che una mano di contadini riportò, ora sono assai più di cent’anni, su di un formidabile esercito francese. Si tratta credo della resistenza opposta l’anno 1708, nella stretta di Pierre-Taillée, al marchese di Mouroy ed ai suoi quattro o cinquemila soldati. I Francesi, occupata la Valdigne, cioè l’alto bacino che comprende i villaggi di Entrèves, Courmayeur, St-Didier, Morgex e La Salle, volgevano verso Aosta; alle chiuse di Pierre-Taillée, gli abitanti delle terre vicine e pochi soldati, sbarrarono loro il passo. Il luogo è tale da non potersi a forza superare senza grandissima strage; il Mouroy, fallitogli il primo impeto, abbandonò l’impresa, sgombrò la Valdigne, e il Piccolo San Bernardo lo vide tornarsene scornato in Savoia. Vera battaglia non vi fu; ma i difensori, benchè scarsissimi di numero, avrebbero avuto animo e campo da sostenerla e da trionfarne. Nessuno dei valligiani rammenta ora il nome del capitano nemico, nè la data dell’impresa, nè la cagione della guerra; ma il fatto smarrito in una incerta nebbia leggendaria, amplificato dagli anni, prende nelle loro menti una grandezza epica, e il luogo, gi
La stampa ne fa gran rumore in Sicilia, in tutta Italia; si scrive che la truppa ha tirato freddamente sopra un popolo festante; non si vuole vedervi altro che una strage d'innocenti.
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