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Aggiornato: 12 maggio 2025
La rivoluzione piemontese proruppe in marzo dell'anno 1821; ma non l'esercito intiero, bensì soltanto compagnie staccate di ciascun reggimento si sollevarono. Alessandria si trovò occupata dalle truppe sollevate, il rimanente delle quali era in Torino. Benchè incompleta, la mossa del Piemonte fu sentita in Lombardia. Il marchese Giorgio Pallavicini e Gaetano Castillia, giovanissimi entrambi, recaronsi dai capi del moto di Piemonte per indettarsi con loro del modo di procedere contro gli Austriaci. Parata sempre alle azioni generose, la scolaresca di Pavia formò un battaglione, intitolato di Minerva, ed entrò nel territorio piemontese. Intanto il conte Confalonieri non poteva farsi capace che alcuni reggimenti piemontesi valessero a far testa all'esercito austriaco e costrignerlo a rivalicare le Alpi. Nè infondati erano questi timori; ma gli uomini che apparecchiano una rivoluzione, non debbono concepire speranza che ogni cosa proceda appuntino nel modo previamente stabilito, a quella stregua, all'un di presso, che gli atti di un dramma si tengono dietro l'uno all'altro in sul teatro. La Lombardia sperava d'avere in aiuto una gran parte dell'esercito piemontese, e alcune compagnie soltanto si dichiarirono. Dovea ella per questo la Lombardia abbandonare i suoi disegni e la sua intrapresa? E chi sa mai se la sollevazione lombarda non si sarebbe tratta dietro quella del resto dell'esercito piemontese e degli altri Stati italiani? Chi è da tanto di prevedere tutto, nè si trova in caso di dovere per alcuni punti mettersi in balía del caso e della fortuna? Quale è di fatti l'esito di queste congiure rimaste prive di effetto? Gli è questo, che i governi ne vengono in cognizione ed aspramente le puniscono, mentre, per altra parte, affatto ingloriosi rimangono i nomi dei loro autori. I congiurati in pensiero sono puniti dai nemici delle rivoluzioni non altrimenti che sarebbero se queste avessero avuto effetto; ma non sono onorati del pari dagli amici della libert
Retrocedere, dopo Sedan, mantenendo, come taluni suggerirono, l'occupazione della zona reclamata, era, di fronte agli eserciti che rimanevano, ai dipartimenti meridionali che s'ostinavano a battaglia e a Parigi libera e padrona di dirigere la resistenza, un perpetuare la guerra assumendone tutti gli svantaggi: rivalicare la frontiera senz'altro col solo orgoglio della vittoria, era, come abbiamo detto, un suscitare i giusti risentimenti dell'intera Nazione e rinunziare all'intento d'ogni guerra ch'è d'aver pegni per impedirne il rinnovamento.
Lo studente era al campo da otto giorni, ed il nono la comitiva che ho detto di sopra, doveva giungere a Cogne, dove ci s’era data la posta. La sera dell’ottavo giorno il giovane avvertì il generale Bertolè che l’indomani gli bisognava partire e rivalicare il colle del Lauzon.
Parola Del Giorno
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