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Aggiornato: 5 luglio 2025


È vero, rispose ella, grazie. E gli stese la mano, che ei strinse in silenzio. Poi: Sventurata! disse; che fu di voi? che mai faceste? Dunque, una passione vi trascinò? No! esclamò Gabriella; voi vi ingannate, come certo s'ingannarono tutti. La fatalit

E tuttavia mi sposerebbe? incalzò Loredana. Ma perchè non ti difendi? gridò Adolfo balzando in piedi. Perchè non mi dici se sei stata o non sei stata l'amante di colui?... Egli era avanti al tavolino da lavoro, con le mani aperte e stese dirette al volto di Loredana, la quale lo guardava, piuttosto attonita che intimorita.

Egli non aggiunse parola; si diresse lentamente; verso l'uscio; forse sperava all'ultimo momento che la figlia lo richiamasse, ma la giovine rimase immobile, muta presso la popolana. Il conte si morse le labbra e se ne andò sbatacchiando la porta. Allora Annetta stese verso la giovine le sue mani scarne e tremanti e con un'angoscia dolorosa, che rendeva la sua voce fievole, velata.

Ghino gli tenne la staffa; Rogiero, quando fu salito in arcione, gli stese la destra; egli se l'accostò alla fronte, e disse: «Ella mi fa bene al capo quanto la benedizione di mio padre: sopra tutto abbiate cura delle ferite. Addio, mio diletto Rogiero, addio! addio

Anne-Marie era avvezza alle visite; era abituata a trovar gente che la aspettava. E vedendo questo straniero che era balzato in piedi al suo apparire, e che ora la fissava con occhi veementi e lagrimosi, ella stese la tiepida manina a salutarlo. Anne-Marie aveva gi

Egli si fece avanti, e pensando alla mamma ammalata, a quello che gli aveva detto il fratello, stese la mano per chiedere l'elemosina. Non ti vergogni? gli disse quell'uomo, alla tua et

I sorci fuggirono con gran terrore e si rintanarono. Era caduto il corpo d'una giovinetta: una bionda. Esso rimase , prono, la faccia nel fango, un braccio steso, le gambe stese. Una fine caviglia spuntava di sotto alla gonnella, un piccolo piede arcuato, la calza bianca... Quella ragazza s'era buttata da un terrazzo al quarto piano, ove era salita per sciorinare i panni.

I compagni l'attendevano ed appena lo viddero spuntare lungo l'argine gli corsero incontro facendogli festa. Ma Polo, pensieroso e mesto, non rispose col sorriso a quell'amichevole tripudio; anzi, stese loro le mani in atto d'affetto, esclamò: Non rallegriamoci, la partenza dalla terra natale è sempre dolorosa. È vero, Polo rispose Ciro è vero. Anche a me l'angoscia fa gruppo qui nel cuore...

Parlando della montagna, l’aggettivo che meglio combina col sostantivo estate è quello di sonora. Calda sulle Alpi l’estate non è da per tutto sempre, verde nemmeno; la grande estate dei classici non mi pare possa salire oltre i cinquecento metri d’altezza, convenire a luoghi angusti e nettamente limitati. Arsa l’Alpe non è quasi mai e mai la valle. Bionda non può essere una terra dove i pochi campi di biade sembrano piccole pezzuole stese al sole in un prato immenso; mentre invece dalle punte più ardue del Monte Bianco e del Monte Rosa fino all’ultima falda delle montagne (montagne, non colline), digradanti al piano, la stagione estiva canta, mormora, bisbiglia, echeggia, rimbomba, e tralascio l’infinita variet

Fuori, fuori! strillò una che sopraggiungeva Venite fuori, monache! Vi vogliamo vedere! Si fece largo tra le compagne, stese le braccia e tornò a gridare, in fondo alla chiesa: Fuori! Fuori! Le fece eco un urlio assordante. Fuori le monache! Il cortile s'era affollato. Cento braccia si levavano, cento bocche continuavano a urlare.

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