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Aggiornato: 5 ottobre 2025


Era a letto, ma leggicchiava uno de' suoi libri romantici, alla luce di un doppiere, sul tavolino; e le avveniva di ripetere una stessa frase, senz'afferrarne il significato. Quando scorse Emilia varcar la soglia, stese le braccia, ed un buon sorriso le rischiarò il volto.

Nel caffè della stazione di Pisa, Maria e il principe s'incontrarono un momento per caso, ed ella stentò a riconoscerlo quando se lo vide davanti così cambiato e così vecchio. Mi perdona? le domandò egli con voce quasi spenta. Sono un povero malato di corpo e di spirito, che imploro da lei una dolce parola. Maria gli stese la mano ed egli se la portò con riverenza alle labbra.

Finse di credere che il Kloss fosse per informarsi di suo marito e gli stese la mano, con un'aria intima, in cui la cordialit

Dica pure, dica pure; rispose Gino; aggiunga, per altro, che non mi lagnerò, se mi richiamano a casa. Capisco, ed anche in tempo utile per assistere ad una rappresentazione della Sonnambula; non è vero, signor conte? Questo mi par difficile, non glielo nascondo; ma creda pure che dal canto mio gliel auguro di tutto cuore. La mia servitù! Gino stese la mano al signor commissario.

Allora l'epilettica le si avvicinò, pian piano, con un sorriso ebete. Badi! fece alla suora quella dell'arancia, e si levò Badi! È malata!... Suora Vittoria stese la mano, come per difendersi. Cocotte glie l'afferrò a volo e la strinse forte e la tenne fra le sue, borbottando. Vi fu un silenzio pauroso. Adesso l'epilettica, estatica, la bocca spalancata, affisava la suora.

I due entrarono senza far cerimonie, così con i cappelli in capo, e serrarono la porta dietro di loro. Bruto, come macchinalmente, stese le mani sulle due pistole. Ah! ah! ti facciam paura? gridò Alfredo cacciandosi avanti e dando in uno scroscio di risa.

Quando Giacomo tacque, si guardarono tutti e due lungamente, senza parlare; poi Lalla, colle labbra un po' tremanti e il seno che dalla scollatura dell'abito si vedeva ansare più forte, fissandolo sempre, stese la mano aperta verso di lui, con un'espressione dolcissima di preghiera e d'affetto.

Basta, zio; se non vogliamo guastarci, tronchiamo il colloquio... Per tutta questa settimana non ho tempo, disposizione d'animo da ricever estranei. La settimana ventura, dato che il tuo conte sia ancora qui, vedremo... Parte, parte gemette il commendatore. E allora, pazienza concluse la Teresa. Sorse in piedi e stese la mano allo zio. Mi licenzi? disse questi.

Appena Fausto le si fece incontro, gli stese la mano mettendo un «Buon giorno» tra due virgole del discorso, e continuò a parlare: Senza dubbio, ha sapore d'inchiostro, ma mi ci sono avvezza. Non fosse altro, a forza di dirlo; è la quarta volta che lo ripeto stamane. Lo ripeta anche a me, disse Fausto. Parlava dell'acqua?... Sfido!

No, no diss'ella sono troppo felice. Sedetti accanto a lei. Ci guardavamo in silenzio, e certo il mio viso esprimeva una segreta angustia, perchè Violet mi stese la mano e la sua fisonomia irrigidita mutò improvvisamente, si ricompose in un sorriso dolcissimo.

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