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Aggiornato: 5 ottobre 2025


E qui Sua Reverenza mandò un lungo sospiro di desiderio. Poi tosto ammutí, guardò in alto per un poco, e si fece tutto rosso in viso, vergognando, cred'io, d'avere unito il nome d'Aristotile a quello di un guastamestiere. Poi, ripreso fiato, stese la mano all'ospite e col sorriso della cortesia lo pregò perché proseguisse il panegirico che tanto gli andava a sangue.

Poi si rizzò, squassando le vellose terga e le zampe in sulle arene stese: più forte urgean le voci lamentose, vane sonanti pel vuoto paese.

Allora, disse l'inglese assumendo un fare spigliato e gaio, allora, buona notte. E le stese la mano. Strinse forte la piccola mano diaccia, poi si arrischiò a dirle una parola di consolazione. Pensate che tra cent'anni sar

Il Cardinale aggrinzò vie più le gote, e stese le labbra; ed inchinata alquanto la persona, entrò nella stanza del papa. Col

Non più, amico. Apprestiamo ad Emma le ultime cure... e lasciamo quest'umida cameraccia. È qui che abiti? È il mio alloggio. Che vuoi? noi soldati abbiamo ruvida La pelle e... Ed ottimo cuore. Ed Emma così dicendo s'alzò e stese in atto affettuoso la sua candida mano al comandante.

Ed alzandosi, ella stese le mani al marito per aiutarlo a rilevarsi. E' la guardò come pietrificato; e levandosi solo, lentamente, solennemente, soggiunse: Io sono giudicato. Non temete nulla, signora, dalla mia emozione. Guardatemi... essa è passata. Addio, signora. Non sono riescito; ma non mi pento del passo che ò fatto. Io soffocava sotto il pondo delle cose cui vi ò confessate. Mi sento alleviato, ora che ò acquietato il convincimento che vi

Il primo che si fece innanzi, dal volto ulivastro, dai grigi mustacchi, schizzando furore dal solo occhio che gli restava, era armato d'un grosso bastone; e calcatosi in testa il cappello, stese la manca fin quasi a toccare il viso di Damiano. Intanto il compagno, che pareva un facchino vestito dal delle feste, abbrancò di lancio il braccio di Giovanni, che s'era vôlto per veder che fosse.

ciascun di quei candori in si stese con la sua cima, che l’alto affetto ch’elli avieno a Maria mi fu palese. Indi rimaser nel mio cospetto, ‘Regina celi’ cantando dolce, che mai da me non si partì ’l diletto. Oh quanta è l’ubert

È nella primavera che lo spirito, il talento, il genio che giaceva annichilito, senza forza e senza slancio, è in questa stagione, dico, che hanno preso il volo, che hanno stese le loro ali gigantesche e che volano nei campi ridenti dell'immaginazione. Vivano i fiori e la bella natura!

E mi stese la mano, che io afferrai prontamente, e lungamente e divotamente baciai. Oh, sire Iddio, questa è felicit

Parola Del Giorno

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