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Aggiornato: 24 giugno 2025
Cardi rizzavano spinosi steli coronati da ciuffi azzurri, violetti, gialli; pianticine rampicanti con fiori rossi a stelline, sembravano cosparse di macchie di sangue cascate sul verde delle foglie; arbusti con rami sottili, quasi delicate braccia di strani candelabri a cui fossero attaccate rigide lamette verdi, spiccavano con mucchi di chioccioline aggrappatevi attorno, e si sarebbero detti carichi di bacche biancastre.
La campestre fatica umile e rude Lo sai?... non m’impaura. E voglio qui le stanche, le pallenti Gracili dame da la man di cera. Fronde di salcio abbandonate ai venti Steli fioriti a sera. Gli ammalati di sogno e di nevrosi, I parassiti inutili e belanti, Gialli d’ozio, di spleen e di clorosi, Fantasmi in tuba e guanti.
Nella macchia vicina i passeri spionciavano senza fine, in lontananza il picchio ripeteva a misurati intervalli la sua barocca canzone, nell'erba del cimitero gl'insetti si movevano, saltavano, si facevano strada, fra gli steli. Attorno alla croce comune, due farfalle, d'un bel giallo chiaro, si inseguivano amorosamente. Drollino non guardava attorno a sè.
Si pose a sfogliare le rose, lasciandone cadere i petali nella cassa, come una pioggia delicata; buttò via gli steli nudi e verdi. Poi sfogliò i gelsomini che le cadevano fra le dita, lievi ed olezzanti. Rimase a guardare l'opera sua, tutta sorridente. Zia Angiolina crollava il capo con la sua grand'aria sentimentale. Che faceva il ventaglio nero, laggiù, nell'oscurit
Ma gli steli, le frondi, i rivoli, ripetevano con ondulazioni e oscillii magici le divine melodie di Schubert; e gli accordi di Schumann esalavano un aroma d'ebbrezza. Il turbine Beethoven investiva talora la selva, e tutta la selva si piegava come un arbusto, e si torceva sotto l'impeto dei canti immortali.
Invano le colline s'indoravano per lui al primo raggio del sole; invano i rosolacci disposti a gruppi, a manipoli, a file serrate, agitavano i calici scarlatti sui ciglioni dei prati; invano le monacucce facevano pompa degli steli diritti e dei fiori incarnatini in mezzo alle spighe biondeggianti del grano.
Strappar le fronde e calpestar gli steli, Goder l’eccelsa libert
Dopo la merenda, alcuni si sparpagliarono per la riva, altri rimasero distesi supini. Rosa ed Emidio si trovarono insieme; si presero a braccio e cominciarono a camminare per un sentiero segnato tra i cespugli. Ella si appoggiava tutta su lui; rideva, strappava le foglie ai virgulti nel passaggio, morsicchiava li steli amari, rovesciava la testa in dietro per guardar le ghiandaie fuggiasche.
"Poi dagli steli, madidi di rugiada, sul volto "Mi balzava un insetto. Io ghermivo lo stolto... "Era un grillo; io grattavo il suo ventre, per fare "Che il povero piccino avesse a strimpellare "Qualche rullo di note che svegliassero Rita... "Ma la bestiola in mano mi moriva sfinita! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . "Oh!... Sta a veder ch'io piango perchè ho ucciso dei grilli!
Ella dintorno si guardò, tremando, e riconobbe la selvaggia e strana terra che a fiume si dirompe e frana entro l’acque, che fuggon mormorando. Il guado antico riconobbe e il prato e le foreste, azzurre in lontananza sotto il pallor de i cieli: e il passato di lotta e di speranza, il suo ribelle e splendido passato ricomparve, senz’ombra e senza veli. Piegavano gli steli in torno, ed ella respirava il vento: vento di libert
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