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Aggiornato: 22 maggio 2025
Invece, la voce di lui era un po' stanca. Senza dire altro, ella si levò e passò nella sua stanza a vestirsi. Occupavano un vasto appartamento mobiliato, in uno dei magnifici palazzi del Canal Grande, dirimpetto alla chiesa di San Giorgio: appartamento mobiliato con qualche traccia del lusso antico, a cui si mescolava tutta la confusione fra comoda ed elegante del lusso moderno. Ma le stanze erano tanto grandi che parevano vuote, sempre; le finestre, i balconi erano così piccoli che la luce vi entrava scarsamente, anche nelle più limpide giornate; e malgrado i fiori di cui Grazia riempiva tutte le stanze, tutti gli angoli, tutti i tavolini, i saloni non si rianimavano, restavano freddi e muti come se fosse impossibile farvi risuscitare anche una finzione di vita. Grazia e Ferrante stavano sempre insieme; spesso, lui, per discrezione, si ritirava nella sua camera, lasciava Grazia libera; ma dopo un poco, era preso da tale insoffribile malinconia, che cercava di lei, e la trovava così insoffribilmente malinconica, che si tendevano le mani, come se l'uno dovesse salvare l'altro. Quando erano insieme, certo, di fronte a quel paesaggio grandioso ma dormiente, in quell'ambiente di cose morte e di cose moribonde, fra quei colori che erano stati vivaci ed erano pallenti, fra quel silenzio grande di uomini e di fanciulli, certo, non avevano la grande giocondit
Forse tu sola, o Musica, Astrazion dell'idea. Vivrai, dell'arti l'ultima E più perfetta Dea! L'altre morran!... Le statue (Simulacri pallenti Delle belt
La campestre fatica umile e rude Lo sai?... non m’impaura. E voglio qui le stanche, le pallenti Gracili dame da la man di cera. Fronde di salcio abbandonate ai venti Steli fioriti a sera. Gli ammalati di sogno e di nevrosi, I parassiti inutili e belanti, Gialli d’ozio, di spleen e di clorosi, Fantasmi in tuba e guanti.
Parola Del Giorno
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