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Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi’mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta. Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi. E quest’ altro splendor che ti si mostra da la mia destra parte e che s’accende di tutto il lume de la spera nostra,

Invido ciel che tante stelle e tante in grembo hai sempre e di lor vista godi, a che per cento vie, per cento modi, la mia levar contendi a me davante? N'hai mille e mille di splendor prestante, e pien d'invidia pur t'affanni e rodi! Per cui? sol per colei che, acciò mie lodi sianle piú belle, starmi degna innante.

Con Parigi a quel lume si scoperse l'un campo e l'altro; e 'l monte e 'l pian si vede: si videro i duo colli di lontano, Martire a destra, e Lerì all'altra mano, 186 Rifulse lo splendor molto più chiaro ove d'Almonte giacea morto il figlio.

A me quella secreta, amabil voce Più nella giovinezza non diè posa, che sovente alla gettata Croce Rivolsi la pupilla timorosa; E sebben mi paresse incarco atroce, La riportai con esultanza ascosa, Rammentando mia infanzia, quella Chiesa, E quel Crisma, e la possa indi in me scesa. E qual fu lo splendor d'un altro giorno: Il giorno in cui di nutrimmi Iddio!

S’io potessi ritrar come assonnaro li occhi spietati udendo di Siringa, li occhi a cui pur vegghiar costò caro; come pintor che con essempro pinga, disegnerei com’ io m’addormentai; ma qual vuol sia che l’assonnar ben finga. Però trascorro a quando mi svegliai, e dico ch’un splendor mi squarciò ’l velo del sonno, e un chiamar: «Surgi: che fai?».

come a quelle parole mi fec’ io; e tutto ’l mio amore in lui si mise, che Bëatrice eclissò ne l’oblio. Non le dispiacque; ma se ne rise, che lo splendor de li occhi suoi ridenti mia mente unita in più cose divise.

come a quelle parole mi fec'io; e si` tutto 'l mio amore in lui si mise, che Beatrice eclisso` ne l'oblio. Non le dispiacque; ma si` se ne rise, che lo splendor de li occhi suoi ridenti mia mente unita in piu` cose divise.

93 Il pozzo è cavo, e pieno al sommo d'acque: grieve è lo scudo, e quella pietra grieve. Non si fermò fin che nel fondo giacque: sopra si chiuse il liquor molle e lieve. Il nobil atto e di splendor non tacque la vaga Fama, e divulgollo in breve; e di rumor n'empì, suonando il corno, e Francia e Spagna e le province intorno.

Ma sta' sicura che senz'onda il mare, senza splendor il sole, senza belve e nanti senza augelli fian le selve, ch'un picciol nevo mai lei poscia equare.

Quivi un solo guerrier può tanto avanti, Che nostri stuoli ha dissipati e sparsi; Se tu domi costui, sovra i tuoi vanti Non ha certo Ottoman di che vantarsi. Rasserena i magnanimi sembianti Di novello splendor l'alta Anacarsi, E fa le ciglia di più rai gioconde Quasi a lieta novella, indi risponde: XVIII