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Aggiornato: 15 giugno 2025
Il presidio della rôcca era inferiore assai alla scorta dell'araldo: per il che messere Ildebrandino, sporgendo il capo tra un merlo e l'altro a guardar giù, dovette dirsi: Sono spacciato! e tanto dovette mordersi le labbra a sangue, che fosse lì lì per scagliare, a vece di risposta, il trombetto a gambe levate: pure pensò alla ruina di Lamberto, l'oppositore del vescovo di Saluzzo, e, serrato tra le quaranta lance, lui stesso sentì il bisogno di guardarsi alle spalle.
Il giovane Ubaldino Ubaldini fu trasportato con molto riguardo in casa la bella Renza sua sorella, che fu moglie del signor Renzi; e quivi, con quanta maggiore secretezza fu potuto, attesero a curarlo; sennonchè lo affetto paterno e lo zelo dei medici gli tornarono invano per la furiosa febbre accompagnata da delirio, che di subito lo assalì. I medici ristrettisi con la signora Renza, con le lacrime agli occhi le dettero il povero giovane come spacciato; ammonendola per di più, che se passava la nottata non sarebbe giunto a terza del giorno veniente. In vero su lo spuntare dell'alba il male si aggravò, e così com'era delirante chiese carta, e matita. Per acquetarlo glieli dettero, ed egli con la benda agli occhi, e vagellante schizzò il ritratto della Beatrice, maraviglioso a vedersi per purit
Mi si parla di un Romagnolo, Salvadore Caimi, che, giacente in letto all'ospedale, e dato per spacciato da medici, essendo afflitto da perfidissimo vaiolo, all'udire il cannone saltò giù, si rinpannucciò alla meglio, e corse in prima fila, ove morì, ma non colpito da palla: tutti hanno da raccontare qualche eroismo che hanno veduto, qualche atto di valore di cui furono parte: manco male, non avranno più il coraggio di dire che gli Italiani non si battono!
Qui era corsa la voce, che tu eri caduto nelle mani del Lautrec, e noi tutti ti credevamo spacciato. Ringrazia dunque i tuoi cari compatriotti, disse allora il Mandello battendo leggermente sulla spalla del Palavicino, che con tanta allegria attendevano a farti le esequie. Il modo per altro è nuovo! Il conte Birago tacque e chinò la testa.
Se l'amico mi sentisse a dar consigli di questa fatta contro di lui, sarei bell'e spacciato. Ah, ecco, parla il Console! Bolle, come un mare in tempesta! Dei buoni, che furia di sarcasmi!... E' vuol fare di nostra carne rocchi. Credo che sarebbe eccellente. Antropofago! Eh, soltanto per met
E voi sapete com'io sia povero diavolo, ad onta dei servigi che ho fatto ad Oldrado. Tu! tu ami l'oro! Bonello, questo è castigo d'Iddio! Tu puoi! Ma io ti risparmio il delitto! Ti amò messer Oldrado! ed Ugo diedesi a chiamare: Aimone! Aimone! È inutile, messere. Ho preveduto, è spacciato, e non risponde più. Io non consento, Bonello, che tu perda l'anima in modo così vile!
Sto per inchinarmi e baciarvi i piedi, per tanto obligo che v'ho per rispetto del mio padrone, e del mio; che, scoprendosi l'inganno, era spacciato il fatto mio. ATTILIO. Il fingere è stato tanto naturale, che confesso l'arte aver superato la natura. E chi sarebbe stato che, veggendovi, non avesse giurato che quella fusse la tua vera Cleria? e voi la sua madre?
E appunto in queste guardie cadde un corriere, spacciato a posta con lettere dal Robustelli al Paravicini. Ciò sapevano i congiurati, ignorando però come il corriere fosse stato destro abbastanza, da gettare nell'Adda i dispacci, che avrebbero messa in luce la trama.
Cencio, tra l'ugne di una tigre o tra gli abbracciamenti del re delle foreste avrebbe corso meno pericolo che non tra le mani del principe della campagna di Roma, che l'aveva agguantato al collo. Ma Attilio, con modo gentile: "Fratello, disse ad Orazio, abbi pazienza, lasciamolo parlare". Veramente spacciato Cencio, addio rivelazioni.
Tu vorrai che io ti soni, sí FESSENIO. Oimè! oimè! La va male. Spacciato è il fatto nostro; ogni cosa è guasta; tutto è scoperto; ruinati siamo. MERETRICE. Che cosa è? FESSENIO. Rotto è il disegno. MERETRICE. Parla, Fessenio: che c'è? FESSENIO. Aiutami, Sofilla. MERETRICE. Che vuoi? FESSENIO. Piangi, lamentati, grida, scapigliati. Cosí! sú! MERETRICE. Perché? FESSENIO. Presto lo saperrai.
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