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Aggiornato: 25 giugno 2025


E m'ha aggiunto, proseguì il padre Anacleto, che il signor Prospero è zio e tutore d'un fior di ragazza, la signorina Adele Ruzzani. Una vampa di rossore tinse il volto del serafino biondo; ma non ci fu altro segno di commozione in lui, che restò fermo nel suo atteggiamento statuario. Mia sorella; diss'egli, guardando in aria. Ah! esclamò il priore. Vostra.... sorella?

Che peccato esser novizio! esclamò. Mi sarebbe tanto piaciuto di entrare in capitolo! Non ci sarebbe mancato altro; pensò padre Agapito. E dite; ripigliò il serafino, col suo solito candore; non per desiderio di sapere i vostri segreti, ma per amore dell'ordine, siete venuti ad una risoluzione? e no; rispose il padre Agapito, che era sulle spine. Si è discusso intorno al giornale.

Del resto, avete fatto bene; soggiunse il serafino. Si parlava tanto di voi! Di me? chiese il priore, inarcando le ciglia. E che cosa si è potuto dire di me? Non male, sicuramente. Anzi ho pensato ad un certo punto che dovessero fischiarvi gli orecchi. Si parlava, tra l'altre cose, della gran noia che vi dava quel sottoprefetto con la sua lunga fermata.

Ma perchè aveva cercato? Dovete sapere, umanissimi lettori, che quella mattina frate Adelindo si era avveduto d'una cert'aria di segreto con cui si salutavano i conventuali di San Bruno, e di certe paroline che si bisbigliavano passando. Inoltre, qualcheduno di loro aveva guardato lui con aria più affettuosa e più malinconica del solito. Intorno alle occhiate, agli affetti e alle malinconie de' suoi compagni, il serafino biondo aveva un'opinione gi

Di que' sottili ramicelli il serafino biondo aveva intrecciata una ghirlanda, e, cedendo ad un moto di vanit

E allora Mosè si prepara a morire puro come un Serafino, e il Signore scende dagli altissimi cieli, e tre angeli, Michele, Gabriele, Zagaele, gli fanno corona. L’angelo Michele scava la tomba, Gabriele stende un bianchissimo lino al capo, e Zagaele ai piedi, e l’angelo Michele sta immoto da un lato a Mosè, e l’angelo Gabriele immoto dall’altro lato.

Ridendo a quel modo, giunsero presso un sedile di pietra, a cui faceva ombra una pianta d'alloro. Il serafino biondo si fermò sui due piedi. Che cosa sono queste gravi cose che avete a dirmi, signor priore? Sedete l

E avete avuto il coraggio di lasciarla sola? Oh, non c'è bisogno di farle la guardia; ribattè il serafino, senza muovere la testa, ma lasciando cadere dall'alto un'occhiata tra curiosa e canzonatoria al padre Anacleto; ed ella si difender

Perciò non disse nulla; si contentò di guardare il serafino nel bianco degli occhi. E il serafino lo guardava a sua volta con una fermezza quasi beffarda, come se volesse dirgli: oh, se non incominci tu, bel priore, non parlo io di sicuro! Finalmente, poichè tutto ha un fine quaggiù, anche i contrasti di un'anima innamorata, il padre Anacleto prese una risoluzione.

Ora, come poteva io accompagnare la bella Ascolana senza premunirmi le tasche del denaro occorrente alle spese di viaggio? Con tali pensieri entrai nel convento e mi presentai ai monaci nel punto che essi mettevansi a tavola. Voi mi sembrate turbato, disse padre Serafino, il superiore del convento. Lo sono pur troppo. Ho deciso partire da Grottamare lunedì prossimo, per recarmi a Roma.

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