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Ora, come poteva io accompagnare la bella Ascolana senza premunirmi le tasche del denaro occorrente alle spese di viaggio? Con tali pensieri entrai nel convento e mi presentai ai monaci nel punto che essi mettevansi a tavola. Voi mi sembrate turbato, disse padre Serafino, il superiore del convento. Lo sono pur troppo. Ho deciso partire da Grottamare lunedì prossimo, per recarmi a Roma.

Mi congedai dalla bella Ascolana, promettendole sarei tornato a farle visita prima di notte, onde intendermi con lei per l'esecuzione de' nostri progetti. Il Birecchi esitava a seguirmi, ma l'Ascolana con un sorriso misto di dolcezza e d'ironia: Signore, gli disse, io aveva bisogno del medico; per oggi posso dispensarmi dal cavadenti.

Pochi minuti dopo, io risaliva la collina per recarmi al convento; il Birecchi passeggiava sotto le finestre dell'albergo, appannandole de' suoi sospiri. Risoluzioni ed espedienti. Il partito era preso. Non restavami che trovare i mezzi per seguire la bella Ascolana sul nuovo cammino ch'ella mi additava.

Dunque... deciso! Deciso! risposi risolutamente. Ed io ripresi il cammino del convento coll'animo più agitato che mai. La risoluzione della Ascolana, sebbene naturalissima, fu come una pietra lanciata nell'onda tranquilla dell'anima mia. Le mie finanze non si erano fino a quel giorno aumentate di un solo baiocco.

«Quella notte, in cui sperava dovesse aprirmisi il paradiso...» Qui la bella Ascolana interruppe il racconto, fissandomi in volto uno sguardo scrutatore quasi esitasse di proseguire. Dopo breve silenzio, crollò il capo mestamente, mormorando a voce bassa: Bisogna pure ch'io sfoghi il mio cuore; e voi mi avete l'aria d'onest'uomo...

Alla Ascolana era riserbato il posto d'onore fra il generale ed il suo aiutante maggiore, io fui relegato, come era da prevedersi all'estremo confine della tavola. Il desinare fu servito lautamente; v'era copia di vivande squisite, dilicati vini, frutta, confetti, ogni ben di Dio.

La buona Ascolana se li recò in grembo tentando placarli con amorose parole; ma di mano in mano che i becchini colmavano di terra la fossa, i pianti e le grida di quei due poveretti raddoppiavano.

La bella Ascolana, per distrarre le menti da una questione, che avea messo i miei ospiti in tanto imbarazzo, si volse con amabili accenti al generale per chiedergli qual sorte fosse a noi destinata. La risposta del generale, come ognuno può immaginare, mi interessava grandemente. I buoni pranzi finiscono.