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Aggiornato: 26 settembre 2025
Don Marco prese le mani dei due giovani, se le strinse al cuore e disse: «Figliuoli, Gesù è morto da diciotto secoli promettendo vicino il regno de' poveri.
Frattanto, lettori gentili, venite in Arezzo con me. Non ci si va col vapore, ma a cavallo, perchè siamo cinque secoli addietro; si passa una delle quattro porte della citt
Dicemmo Odone conte di Morienna e d'altri feudi oltre Alpi, ed Adelaide contessa di Torino e d'altre cittá e feudi in Piemonte, stipiti di quella famiglia, a cui alcuni cercano una antichitá italiana ulteriore, a cui può bastar questa di otto secoli, superior cosí di sette a quelle di ogni altro principe italiano presente, salvo i papi.
Essi durarono quivi ancora per due secoli, mentre il secondo ramo di Anguillara si spense fin dall'anno 1548. Pio IV inalzò Bracciano a ducato nel 1560, a favore del pronipote di Virginio, Paolo Giordano Orsini, uomo, come il suo contemporaneo Sampiero, dalle passioni violente: in lui apparve per l'ultima volta la natura impetuosa della sua stirpe. Combattè gloriosamente a Lepanto. Era sua moglie Isabella, figlia di Cosimo I di Toscana che viveva quasi sempre da lui separata; sul conto di lui si narravano cose incredibili. Un giorno Paolo Giordano la strangolò con le sue mani nel suo castello di Cerreto in Valdarno nel 1576. In Roma s'innamorò poscia follemente della bella Vittoria Accoramboni, moglie di Peretti, un nipote di Sisto V, in quel tempo ancora cardinale; una notte nel giugno del 1583 fece assassinare nel Quirinale il Peretti e tre giorni dopo il fatto Vittoria fuggì, con sua madre, nel palazzo Orsini, presso l'assassino di suo marito. Gregorio XIII proibì le loro nozze e fece rinchiudere la donna in Castel S. Angelo, dove rimase sino alla morte del papa, avvenuta nell'aprile del 1585. Il giorno dell'elezione di Sisto V, Paolo Giordano sposò Vittoria. Il papa bandì l'uccisore di suo nipote e l'Orsini morì poco dopo in esilio. I suoi congiunti odiavano Vittoria, anche perchè ella pretendeva una parte dell'eredit
Così era stampato, in caratteri rossi e neri, giusta il costume di tre secoli addietro. Il numero d'ordine del tomo era il sedicesimo, ma scritto a mano, in lettere romane, accanto al numero stampato, che si vedeva cancellato con alcuni tratti penna. Aloise si fece da capo ad interrogare collo sguardo il duca di Feira.
Il sogno esposto da pochi, accarezzato da quasi tutti è di una conciliazione, che accordando la coscienza religiosa colla coscienza politica induca quella calma, che altri secoli hanno conosciuto.
Tolto l’altare; ma sempre quello, nei secoli, il Vangelo: sulle labbra della Ravizza ardente così da distruggere la carne malata e mettere a nudo i cuori che l’ascoltavano.
Nei secoli stessi piú barbari, i papi edificarono per vero dire, ed ornarono chiese in Roma; ma barbaramente allora. All'incontro nel secolo decimo i veneziani incominciarono San Marco, e fu certamente grand'opera, principio di risorgimento.
Non è il caso di ricorrere a questa spiegazione oggi in Sicilia dove le razze sono fuse da oltre dieci secoli e dove la miscela non sarebbe nè maggiore, nè più recente che in Lombardia o nel Napolitano.
I due secoli divide un abisso, in fondo al quale è facile scoprire che non cento ma quattro, cinquecent’anni ha corsi la Sicilia dagli ultimi decennii di quel secolo all’ultimo del seguente.
Parola Del Giorno
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