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Ma ella entrò nella Chiesa, camminò verso l’altare, si pose a ginocchi sul marmo, e stette fino all’alba senza levare la fronte.
I ceri ardevano, l’organo scintillante alzava il suo canto liturgico sul fervore delle turbe inginocchiate; l’altare, circonfuso di fumo, tramandava dagli ori de’ suoi tabernacoli quel senso dell’eterno e dell’immanente che il sogno di tutte le stirpi custodì nelle arche millenarie.
Tolto l’altare; ma sempre quello, nei secoli, il Vangelo: sulle labbra della Ravizza ardente così da distruggere la carne malata e mettere a nudo i cuori che l’ascoltavano.
Udrei, nel silenzio della Basilica ove si eterna il sogno di Bernadette, ove a migliaia brillano i voti appesi dagli umili e dai potenti udrei, fra il bisbiglio delle preci, suonare il mazzo de’ suoi braccialetti, la sottile musica degli ori e delle sete, che fin presso l’altare scintillante confonderebber nella voce grave degli organi l’eco delle canzoni di Montmartre...
Alcune gocce di sangue rigavano l’altare. I compagni, tutt’insieme, fecero forza un’altra volta per sollevare il peso. L’operazione era difficile. L’Ummálido, nello spasimo, torceva la bocca. Le femmine spettatrici rabbrividivano. Finalmente la statua fu sollevata; e l’Ummálido ritrasse la mano schiacciata e sanguinolenta che non aveva più forma.
Dei suoi prodigi le immaginazioni restano colpite, e le popolazioni vedono in quella creatura un essere sovrumano. E lo dissi e lo ripeto: se Garibaldi fosse nato in Atene od in Roma, i popoli ne avrebbero fatto un semi-dio e gli avrebbero alzato dei templi. Ai nostri giorni siamo più modesti; l’altare di Garibaldi è nel cuore di ogni patriota, senza distinzione di partito nè di classe.
Ed era nel supremo voto delli assalitori mettere l’idolo su l’altare del nemico.
Parola Del Giorno
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