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Aggiornato: 11 giugno 2025


Sicuro, ma prima voglio vedere il quadro; piglia il lume, Annetta, alzerò io il veloLa cameriera prese il lume e fuggì precipitosamente, senza volere ascoltare Emilia, la quale, non volendo restar al buio, fu obbligata a seguirla. «Ma che cos'hai, Annetta? Cosa ti fu detto di quel quadro, che scappi quando ti prego di restare? Non ne so il motivo, e non m'han detto nulla.

Desiosa veder questo Lampridio, ché non mi scappi il manto, me lo piglio a due mani, e spingo innanzi finché vedo due persone, una di venti e l'altra di sessanta anni, vestite da turchi con le mani piene di calli e ne' piedi si conosceva il segno del cerchio della catena: niuno di loro mi avea ciera d'innamorato, e mi meraviglio come vogli Lampridio comparir in quel modo innanzi la sua innamorata.

DOTTORE. Balla, salta e fa atto da pazzo. MANGONE. Filace, tienlo che non ti scappi, ché ne scapperebbe la speranza di non averne a sapere mai piú il fatto come è passato. DOTTORE. Finge il muto e il sordo. MANGONE. Dubito che da dovero non sia sordo e muto. DOTTORE. Parlagli con i cenni e con le mani, se forse t'intende. MANGONE. Appunto. Bisogna parlargli con le mani da dovero.

Io l'ho da dire, cotesto fradicio, onde mi parve, che la carta sudasse per la vergogna, cotesto inchiostro fresco, che t'insudicia le dita, e l'odore nauseante di grassume stantìo mi dettero sospetto di colta, e fu ragione, conciossiachè indi a breve di leggieri comprendessi come la più parte dei giornalisti si rassomiglino alle baldracche di carnovale, le quali finchè portano la maschera sul viso ti paiono le mille lire, ma palesate ch'elle sieno, tu te ne scappi lontano turandoti il naso.

Il signor Price lo lasciava fare, calmo, impassibile, sempre dignitoso come conviene ad un Inglese, specialmente ad un ispettore di polizia; ma sembrava dire fra : «fanne qualche altra, mio caro, e vedrai se mi scappi. Ch'io ti colga colla mano nella tasca altrui, ed apprenderai se la polizia si lascia lusingare dalle tue carezze ipocrite

MARTEBELLONIO. Sei salito sul tetto ché non ti possa giungere: come ti arò in mano, te squarterò come una ricotta. LECCARDO. E tu sei posto in piazza per aver molte strade da scampare, ché dubbiti che non voglia spolverizzarti la schena. MARTEBELLONIO. Se m'incappi nelle mani... LECCARDO. Se mi scappi dalle mani. MARTEBELLONIO.... ti sbodellerò! LECCARDO. Tu non sai sbudellar se non borse.

SQUADRA. Avertite che non vi scappi da mano. Diavolo! che Olimpia ha serrato la fenestra. TRASILOGO. Ahi, capitan Trasilogo, rovina degli esserciti, distruggitor delle cittadi, eversor degl'imperi, tu devi esser stimato cosí poco!

PANFAGO. Oimè, dottor, aiutami, che m'ha posto le mani alla gola e mi stringe cosí forte che mi strangola, che non potrò inghiottir mai piú intieri i ravioli! DOTTORE. Di nuovo è tornato a me. Panfago, dove fuggi? PANFAGO. Per trovar armi e amici. DOTTORE. Férmati, pazzo indemoniato, dove mi strascini? MANGONE. Tieni, para, Panfago, ché non ne scappi. PANFAGO. Non vo' impacciarmi con pazzi, io.

Poco dopo vedemmo Garibaldi che ascendeva la piccola scala, che è in fondo al caffè della stazione di Chagny: l'uomo eroico ci volse uno sguardo, uno di quelli sguardi mestamente soavi, nei quali è compreso un poema: noi tutti lo capimmo alla prima e istintivamente ci levammo il cappello: era impossibile non venerare l'eroe che per un'idea aveva affrontato nella vecchiezza disagii, fatiche inesprimibili, era impossibile non venerare l'uomo che così infamemente ricompensato, collo sconforto nell'anima, aveva un'occhiata di conforto per noi: quella semplice occhiata ci rendeva più grandi, più generosi. Ah!.. non mi scappi fuori una scuola novellina a sostenere che i popoli si debbano solamente muovere per gl'interessi materiali: oh... non mi si dica che il correre dietro ai sogni e alle generose utopie addimostra un'ingenuit

«Ho comunicato a Federici i miei timori. Ho paura di uscire idiota. Ci sono dei momenti in cui sono obbligato a mettermi la mano sulla testa per paura che mi scappi il pensiero. Egli mi disse che è dovuto alla mia cocciutaggine di non voler mangiare abbastanza. In carcere bisogna essere alliatrofago. Inghiottire ogni cosa, anche se ributtante. Con trentacinque centesimi non si può vivere.

Parola Del Giorno

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