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Era un'inglese, che aveva piuttosto il tipo d'una tedesca, piccola, rosea, grassottella, flemmatica. Dica lei, dica il suo parere sulla conferenza di questa sera. Miss Jane, che ansava un poco, posò il manicotto sopra una sedia, si sbottonò i guanti, e rispose: O yes, beautiful indeed... Molto bella. Pronunciata questa sentenza, la governante si sprofondò in una poltrona in un angolo del salotto.

Glielo dirò io.... come sta! esclamò gravemente. Lo fece sedere, distendere sulla poltrona, gli sbottonò la giacchetta da camera; gli ascoltò il cuore a lungo, mentre lo faceva respirare; gli picchiò colle nocche di qui.... di .... tornò ad ascoltarlo, a fargli emettere un sospiro lungo.... lungo.... più lungo.

So che non mi ami, e ciò non mi spaventa.... Egli cercava di toglierle un guanto; ella se ne avvide, e lo sbottonò con un rapido gesto, offrendogli la mano e il polso nudi da baciare; ma quando sentì quelle labbra avide sulle carni, volse il capo quasi con ribrezzo. No! disse. Aspettate!

Appena Tina fu alzata, ridivenne più melanconica. Nella casa c'era un po' di tramestìo; le due vecchie si davano da fare per il pranzo, perchè volevano averlo pronto a mezzogiorno. Le porte dei due appartamenti rimanevano aperte. Tina prese il caffè col latte bagnandovi dentro una pagnottella, poi tornò nella camera per ravviarsi i capelli con un mozzicone di pettine. Siccome la mammella le doleva ancora lievemente, si ricordò il sogno della rosa, che quell'uomo giovane le aveva piantato con tutto il gambo dentro il capezzolo facendone uscire goccia a goccia il sangue e la vita. Era ancora così pallida, cogli occhi stanchi, cerchiati dalla stessa ombra turchiniccia. E il sogno la riprendeva. Lentamente si sbottonò il corsetto come per cercare la ferita, mentre le pareva di essere un'altra volta seduta sulla porta di quella chiesa, nella quale la gente entrava a fiotti. Infatti quel giorno era domenica. Così seduta, con la mano sulla mammella, quasi nell'atto di arrestarne il sangue, guardava la propria immagine con un sorriso simile ad un brivido. Qualunque cosa potesse ancora accaderle, ella era gi

Nora, stizzita, si sbottonò d'un colpo, con una sola strappata, la giacchettina blu dagli occhielli un po' logori, poi brontolando, cominciò a camminare in su e in giù per la saletta.

Comparve, quasi subito, un altro perticone dinoccolato, arruffato, colla faccia scialba, col naso storto e fatto a spatola e col mento pecorino; era il primogenito dei Trebeschi. Si sbottonò subito il panciotto e si fermò diritto dinanzi al sarto, anche lui senza fiatare. Mi raccomando molta roba sotto alle maniche e in fondo ai calzoni, per farli allungare a un bisogno: la mal'erba cresce.

L'Albani giunse in Milano verso le nove della sera. Prima di oltrepassare la cinta balsamica , egli si fermò un istante per consultare il suo orologio calamitato, poi, come uomo che tema di essere veduto o riconosciuto, sbottonò dalle spalline il berretto succursale per riporselo in capo, rialzando al tempo stesso i due paraventi acustici fino al disopra dell'orecchio.

Il Laner, più pronto, le prese la giacchetta. Evelina fece uno sforzo per divincolarsi, e la giacchetta, dagli occhielli logori, si sbottonò d'un colpo: sotto, non aveva che la camiciuola di mussola leggera, scollata. In quel buio, apparì il bianco del collo, il bianco del seno.

Una volta che gli capitò tra i piedi, gli tirò un calcio terribile: il gatto rotolò con un miagolio sordo e sparì. La finisca! Vergogna! gridò la Gioconda, strapazzandolo. Mandi invece a prendere un brum, e faccia presto. Il direttore uscì, chetamente, senza più fiatare. Evelina sciolse al Laner il nodo della cravatta; la Gioconda gli sbottonò la sottoveste.