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Aggiornato: 20 giugno 2025


Un gastronomo de’ tempi nostri farebbe le boccacce alle salse, ai guazzetti, ai condimenti, onde erano accompagnate le vivande d’allora. Ma i gastronomi di quei tempi le farebbero del pari, se tornassero in vita, ai condimenti, ai guazzetti e alle salse odierne. Io dunque non mi curo dei gusti mutati, e racconto che le prime mense del pranzo dei Torrespina erano di carni lesse ed arrostite, parte inorpellate con torte e galantine, altre rotte in salse, nelle quali entravano alla mescolata il pepe, il garofano, la cannella, la noce moscata, il cubebbe e lo zenzero. Si notavano inoltre certi pasticci di pollo in salsa bianca, la quale era composta di zucchero, mandorle e capperi, battuti insieme con albume d’uovo. Una cosa che anco i buongustai nel tempo nostro avrebbero mandato giù senza controversia, era il vino; ma di questo s’è gi

Soi tumuli, sepolcri, roghi, avelli e quant'urne s'affretta empire d'ossa non temer, di forza ch'aggian elli. Lei, di catene vinta in scura fossa rinchiusa, freno; ché, sciôrse volendo, talora si dimena con tal possa, ch'ella, te il cor ritolto avermi udendo, subito rotte lasciaralle a dietro.

E altre voci rotte, che molto volevan dire, gli uscivan di bocca: Il mio nome.... la mia spada... sangue italiano... giura, o mio figlio! Povero padre! Esclamò con ferma voce il giovine; so che cosa volete dire e vi giuro.... Basta, disse Vittore.

messer Dardano volle dire il contrario; Spinello sapeva più che cosa fosse avvenuto. Sceso dal ponte, il povero pazzo non ricordava più nulla. Per altro quella notte fu un grande trambusto in casa sua. Spinello aveva una visione e fu agevole intenderla dalle rotte parole che gli uscivano di bocca.

Era veramente la prima festa della sua vita. Ma improvvisamente si sentì anch'essa le gambe rotte. Dovremo invitare qualcuno a pranzo? chiese a Margherita, pensando confusamente al capo banda, al curato e a quel bandista che l'aveva aiutata nello scendere dalla carrozza. Non abbia paura, rispose l'altra: che diavolo! mi pare che oramai si è fatto abbastanza.

Al vedere quelle coste rotte e compresse, quei golfi profondi, quei grandi fiumi che, perduto l'aspetto di fiumi, par che portino al mare nuovi mari; e quel mare che, quasi cangiandosi in fiume, penetra nelle terre e le rompe in arcipelaghi; i laghi, le vaste paludi, i canali che s'incrociano in ogni parte, pare che un paese così screpolato debba da un momento all'altro disgregarsi e sparire.

A Giacomo, frattanto, le parole uscivano sempre più rotte, confuse, poi tacque ad un tratto e baciò avidamente quella bocca umida, odorosa che lo tentava; baciò i capelli, gli occhi, di Lalla, la coprì tutta di baci.

Infatti Michele, che stava ad aspettarlo, non lo aveva veduto entrare: e il Bello era per farla netta, quando nell'uscire dal portone di casa, s'imbattè nell'unico uomo che avrebbe voluto non trovarsi tra' piedi. Se Michele odorava la trappola, il Bello potea dire per fermo d'aver rotte l'ova in sull'uscio.

Lo sciancato faceva di sopra il capo mulinare la gruccia, gridando che avrebbe rotte le ossa del vecchio maladetto che non portava rispetto alla gente onesta: Giovanni, riurtando a forza, lo tratteneva, cercando tirarlo in altra parte; mentre il veterano, non sapendo più dove si fosse, gridava con furore: Poveri imbecilli! che non capite manco che cosa siate!... Io, vecchio come sono, ho cuore di tenervi indietro tutti!

Erano una devota scuola, fondata in Santa Marta dei Disciplini alla Romana, come chiamavasi un oratorio, che poi fu ridotto in una delle meglio architettate chiese di Milano. Di questa scuola che poi fu trasferita in San Giovanni alle Case rotte, era principale istituto il confortare i giustiziati e suffragarli.

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