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Aggiornato: 16 giugno 2025
Per far dunque che almeno l'effetto gli riuscisse senza sconciature, si trasse le scarpe, ossia gli zoccoli che allora ne facevano le veci; inginocchiossi, e recitò una preghiera che solo il terrore gli traeva sulle labbra, e colla quale non voleva se non domandare a complice il Cielo.
Stato, fêr provar mai famosi amanti; Più tosto il primo loco, ch'il secondo Darò ad Olimpia: Così l'Ariosto, lentamente da principio e a voce bassa, poi grado grado infervorandosi per l'entusiasmo e la commozione, recitò di un fiato tutte quelle mirabili stanze del canto decimo, le quali in tutti coloro che lo stavano ascoltando, misero quella sensazione profonda che a tutta prima, più che collo scoppio dell'applauso, si manifesta col mormorio dell'ammirazione.
Simbolo della doppia opera sua fu egli stesso quando in Roma assediata, confidente del Mazzini triumviro, recitò a beneficio dei feriti, mentre tuonava il cannone alle mura e nelle vie dintorno squillavano le trombe. Fra le ansie e i cimenti della guerra compiva un atto benefico, in pro della patria, col mezzo dell'arte: tale fu la sua vita.
Falci, vecchio amico del defunto, recitò un commovente discorso ispirato a sensi liberali e a idee generose...»
Il frate prese la lettera e lesse ad alta voce; donna Placidia si cacciò la mano nella saccoccia del grembiale, si recò tra le dita i pippori del suo rosario, e per poco non recitò la preghiera che soleva allo scoppiare dei temporali: «Santa Barbara, San Simone, liberatemi dal lampo e dal tuono.» Il pievano poi, mentre l'altro leggeva, cercato un suo vecchio cannocchiale, pose la mira sulle gole dei monti verso la marina, l
Sono cinque sere che recito al Manzoni e lei ancora non si è lasciato vedere! Non è il modo di trattare cogli amici. No!... Mi lasci parlare perchè io basta.... io.... sarò un cane.... e Nerone rideva lui per il primo della enormit
Dopo questo discorso, lo spirito di Sant'Aubert parve molto più tranquillo; ma, spossato dallo sforzo fatto, cadde nel sopore. Emilia continuò ad assisterlo ed a piangere vicino a lui, fino a che un lieve colpo battuto alla porta della camera la costrinse a rialzarsi. Voisin venivale a dire che dabbasso eravi un confessore del convento vicino, pronto ad assistere suo padre; ma essa non volle che lo si svegliasse, e fece pregare il sacerdote a non andarsene. Quando Sant'Aubert uscì dal suo sopore, tutti i suoi sensi erano confusi; e ci volle qualche tempo prima ch'ei riconoscesse Emilia. Allora mosse le labbra, le stese la mano, ed essa fu dolorosamente colpita dall'impressione di morte che osservava in tutti i suoi lineamenti. Dopo pochi minuti ricuperò la voce, ed Emilia gli domandò se desiderava vedere un confessore. Le rispose di sì, ed appena fu introdotto il reverendo padre, ella si ritirò. Restarono insieme circa mezz'ora: quindi fu richiamata Emilia, che trovò il padre più agitato, ed essa allora guardò il confessore con alquanto risentimento, come s'egli ne fosse stato la cagione. Il buon religioso la rimirò con dolcezza, e Sant'Aubert, con voce tremebonda, la pregò di unire le sue preghiere a quelle degli altri, e dimandò se il suo ospite non volesse associarvisi. Il buon vecchio ed Agnese arrivarono amendue piangendo, e s'inginocchiarono vicino al letto. Il reverendo padre, con voce maestosa, recitò lentamente le preci degli agonizzanti. Sant'Aubert, con volto sereno, si univa con fervore alla loro devozione; qualche lacrima sfuggivagli talvolta dalle socchiuse pupille, ed i singulti di Emilia interruppero spesso l'uffizio. Quando fu finito, e che venne amministrata l'estrema unzione, il religioso se n'andò. Sant'Aubert fe' segno a Voisin d'avvicinarsegli, gli porse la mano, e stette alcun tempo in silenzio. Alfine gli disse con voce fioca: «Mio buon amico, la nostra conoscenza fu breve, ma essa bastò per dimostrarmi il vostro buon cuore; io non dubito che voi non trasportiate tutta questa benevolenza su mia figlia: quando non sarò più, essa ne avr
Il curato richiamò i due che stavano su la porta; cavò dall'involto le ampolle; rialzò le coltri; le diede gli olî santi; s'inginocchiò sul tappeto e, col libro in mano, sbadigliando tratto tratto, recitò le ultime preghiere: Lorenzo, tenendo le palme congiunte, era in piedi silenzioso, fermo come una pietra.
Erano versi d'amore, ma pieni di tanta melanconia, ne' quali pareva fosse quasi il presentimento della fine di lui così immatura! E recitò due quartine: semplici, armoniose, assai tristi, in cui sentivasi l'intonazione di alcuno fra i più bei componimenti delle Lucciole e dei Canti garibaldini.
Scese sul prato; e comecchè tremolante su le gambe, si stese boccone, ed accostò le orecchie a terra per udire qualche lontano rumore, che le annunziasse il ritorno del Curato; niente. Sorse, cantò le litanie, lo stabat Mater recitò dieci volte il rosario, e poi si spazientì.
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