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E la musica tutta vortici e pennacchi vaporosi rapina i corpi delle donne. I ciechi le guardano a quando a quando poi godono la Luna. Allora le teste rovesciate all'indietro bevono il bianco fuoco d'amore coi loro tragici occhiali neri. Penso ai risucchi di piacere delle piccole rade buie incappucciate di verdura quando bevono la luna. Noi facciamo danzare le belle donne ma non le tratteniamo.

ch'a la corona vedova promossa la testa di mio figlio fu, dal quale cominciar di costor le sacrate ossa. Mentre che la gran dota provenzale al sangue mio non tolse la vergogna, poco valea, ma pur non facea male. Li` comincio` con forza e con menzogna la sua rapina; e poscia, per ammenda, Ponti` e Normandia prese e Guascogna.

Abbiamo riconosciuto come una delle cause essenziali dei mali interni dello stato lo scarso senso del diritto dei francesi. Altrettanto minor comprensione la nazione finora ha mostrato del diritto dei popoli stranieri. Quel po' di senso che ancora ne sopravviveva alle guerre di rapina di Luigi XIV e della Convenzione, andò sommerso nell'ebbrezza delle vittorie dell'impero. Sembra sovente, come se i nostri vicini sentissero in segreto la verit

Viene con lor su tedeschi cavalli Ezio terror dell'Unnica rapina, E Stilicon che sugli ultimi valli Vide spirare la virtù latina. E dietro ancor la selvaggia coorte Seguo sonando dei barbari re, Con Berengario primo a cui la sorte La corona di ferro indarno diè.

Io lancio de la fame; ché ho cercato quest'altro parasito tutto il giorno. Or mi risolvo che non è possibile che ceniamo istasera. E che 'l vecchione impari, un tratto, a fare a la civetta in terzo con duo mastri di rapina! Forza è che l'indugiamo un vantaggio per farla netta; ché a trovar Listagiro non basteria 'l piú valente pilotto che guardi carta.

Ecco, carissima Melitea, sarai padrona della casa o mia regina; e se mi facci un figlio, mia carissima moglie, per te obliarò la perdita della mia amata consorte e la rapina dell'unica mia figliuola Alcesia. Anzi reputa, da oggi innanzi, che io sia tuo servo, e in dono ti do tutta la mia robba e me medesimo.

Appena fui nata che fui privata del padre, della patria e della propria casa, e in strani paesi non è stato scontento o sciagura che non fusse da me provata assai disconvenevole al mio sesso e alla mia giovanezza; e sperando che il tempo partorisse a' miei mali qualche rimedio, ecco fui fatta rapina di corsari e, sofferti pericoli del mare, son stata venduta per ischiava ad un furfantissimo ruffiano.

DOTTORE. La rapina, la povertá, la lontananza da' suoi parenti, la violenza de' corsari liberano la sua volontá d'ogni colpa di disonestá, e massime in lei che per la sua soverchia bellezza chiama a la violenza.

Costanza cara, io che fui cagion della tua rapina, son libero, e tu, per venir al mio comando, sei schiava. Oh, quanto la meritarei io la servitú che per me tu hai patito! PEDOLITRO. Voi piangete la viva, come fusse morta. PARDO. Come viva? PEDOLITRO. Come la stimate voi morta? se non è morta fra duo mesi, che son di partito, ella è piú viva e piú gagliarda che mai. PARDO. Ti fai beffe di me.

La bufera infernal, che mai non resta, mena li spirti con la sua rapina; voltando e percotendo li molesta. Quando giungon davanti a la ruina, quivi le strida, il compianto, il lamento; bestemmian quivi la virtu` divina. Intesi ch'a cosi` fatto tormento enno dannati i peccator carnali, che la ragion sommettono al talento.