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Aggiornato: 8 luglio 2025


Prima di partire da Madrid volli parlare col tanto celebrato Frascuelo, il principe degli espadas, l'idolo del popolo di Madrid, la gloria dell'arte. Un genovese, capitano di bastimento, che lo conosceva, s'incaricò di fare la presentazione; fissammo il giorno, ci trovammo nel caffè imperiale della Puerta del Sol. Mi vien da ridere quando penso all'emozione che provai vedendolo comparire da lontano e venire verso di noi. Era vestito con gran lusso, carico di ciondoli, luccicante come un generale in grande uniforme; attraversò il caffè, mille teste si voltarono, mille occhi si fissarono su di lui, su di me, sul mio compagno: io mi sentii diventar pallido. "Ecco il signor Salvador Sanchez," disse il Capitano (Frascuelo è un soprannome). E poi, presentando me a Frascuelo: "Ecco il signor tale dei tali, suo ammiratore." L'illustre matador s'inchinò, io feci una riverenza, sedemmo e cominciammo a discorrere. Che strano uomo! A sentirlo discorrere si sarebbe detto che non aveva cuore d'infilzare una mosca con una spilla. È un giovanotto di venticinque anni, di mezzana statura, svelto, bruno, bello, con uno sguardo fisso e un sorriso d'uomo distratto. Gli domandai mille cose intorno all'arte sua e alla sua vita; parlava a monosillabi; bisognava che gli cavassi le parole di bocca, a una a una, a furia di domandare. Ai complimenti rispondeva guardandosi la punta dei piedi con uno sguardo modesto. Gli chiesi se fosse mai stato ferito: si toccò un ginocchio, una coscia, la spalla, il petto, e disse: "Qui, e poi qui, e poi qui e poi ancora qui;" sorridendo colla semplicit

I primi giorni non potevo allontanarmi dalla piazza della Puerta del Sol; ci stavo ore ed ore, e mi ci divertivo tanto, che avrei voluto passarci la giornata. È una piazza degna della sua fama; non tanto per la sua vastit

Vorreste forse ch'io diventasse una marrana come voi e imparasse a dirgli ancor io? GIGLIO. Oh reniego de la putta, vellacca! Aun me dizeis marrano? PASQUELLA. Sai? Se tu non ti levi d'intorno a l'uscio, ti bagnarò. GIGLIO. Ecciade l'agua; el fuogo porrò io a esta puerta. Malditta sea! Todo me ha mollado, esta putta, vellacca, viegia alcahueta, male aventurada! Oh reniego de todos los frailes!

Entrate. VIGNAROLO. Vi verrò dietro. Tic toc. BEVILONA. Olá, chi batte? GRAMIGNA. Don Giovanni Termosiglia Caravaschal di Siviglia! GRAMIGNA. Mujer, perché mori tanto? BEVILONA. Or or, marito mio. VIGNAROLO. Por cierto que deve star alcun innamorado, pues que non abre presto. GRAMIGNA. Se non mi abreis presto, enviaré esta puerta per tierra.

PASQUELLA. «Che fa lo mio amor ch'egli non viene? L'amor d'un'altra donna me lo tiene». Meschina a me! GIGLIO. E que! Non faze, donna Pasquella, que á qui sta sperando que gli apriate. PASQUELLA. «Non ti posso servir, signor mio caro». Oimè! GIGLIO. Aze musiga esta male avventurada. Ya non se accuerda que á qui sto. Daré colpo in esta puerta, voto á Dios. Tic, tac, tic, toc. PASQUELLA. Chi è ?

Un viaggiatore illustre disse che dopo aver passato una giornata nel convento dell'Escurial, ci si deve sentir felici per tutta la vita, solo pensando che si potrebbe essere ancora fra quelle mura e che non ci s'è più. È quasi vero. Ancora adesso, dopo tanto tempo, nei giorni piovosi, quando sono tristo, penso all'Escurial, poi guardo le pareti della mia stanza, e mi rallegro; nelle notti insonni, vedo i cortili dell'Escurial; quando sto male e dormo un sonno torbido e penoso, sogno di girare per quei corridoi, solo, al buio, inseguito dal fantasma d'un vecchio frate, gridando e picchiando a tutte le porte, senza trovare l'uscita, finchè vo a dar del capo nel Panteon e la porta mi si chiude fragorosamente alle spalle e resto sepolto tra le tombe. Con che piacere rividi i mille lumi della Puerta del Sol, i caffè affollati, e la grande e rumorosa strada d'Alcal

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