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Aggiornato: 27 giugno 2025
La filologia, dicevo dunque, cioè il metodo tedesco, cerca di soffocare dappertutto, e anche e soprattutto in Italia, ogni altro metodo. Proteste si sono levate, e si levano: è di ieri la polemica di Alessandro Bacchiani sul Giornale d'Italia. Ma ad ogni tentativo di protesta, interviene la «competenza scientifica», ed impone silenzio al buon senso.
In redazione ci si disse: Ci rincresce, ma siamo incaricati di fare una perquisizione. Nessuno di noi rispose. Tanto e tanto il nostro consenso o la nostra protesta non avrebbe contato per nulla. Si misero a perquisire. Guardavano nei cassetti del direttore e dei redattori, leggevano o scorrevano affrettatamente i manoscritti, raccoglievano le cartelle scritte o incominciate per i tavoli e frugavano e adocchiavano dappertutto. Intanto che avveniva questa operazione, Federici si era affacciato alla finestra, proprio nel momento in cui De Andreis riusciva, nella sua qualit
E se gli dico che essa è un brago come un altro, protesta; ma ciò non significa niente. Abbiamo il brago dell'arte, il brago della politica, il brago della filosofia o delle filosofie, perchè credo che ce ne siano parecchie per comodo dei diversi temperamenti; abbiamo in fine il brago della Scienza che stimo il più delizioso di tutti. Ah!
Il 3 luglio, io deposi nelle mani dei segretari dell'Assemblea la seguente protesta: «Cittadini.
Ma la storia della protesta della Giunta di Castelbuono dev'essere completata: furono chiamati uno ad uno i consiglieri comunali e invitati a riunirsi di nuovo per dire che la precedente protesta era una cosa... da burla. Così fecero perchè non si sentirono l'animo di farsi arrestare e mandare a domicilio coatto....
Egli fu eletto deputato del 1.º collegio di Torino il 17 luglio di quell'anno. S'era lasciato presentare candidato per obbedire al bisogno di una protesta politica del suo partito allora insorto e perseguitato. Ma rinunziò all'ufficio, e il Parlamento non udì mai la sua parola. Due giorni prima dell'elezione gli era morta la madre amatissima.
La nuova dinastia rappresentava per sé stessa una viva protesta contro gli aborriti trattati del 1815.
Siamo alla sera del 31 ottobre 1798, e deve andare in iscena la nuova opera buffa: Il Cartesiano fanatico del Tritto con la Nicodemi, prima donna. Il cartello della Piazza Vigliena annunzia il cominciamento ad un’ora di notte, consueta dell’opera. A quell’ora appunto il teatro ha principio. Il colto pubblico di dame e cavalieri manifesta il suo mal’animo verso la Nicodemi, e protesta che non vuol saperne, altro che per udire o riudire la Semiramide⁷⁵. Al Capitan Giustiziere, Principe Carlo Gir. Castello, non par vero di cogliere la palla al balzo: e manda in carcere il messo ed il palchettiere. Ma come c’entrano questi disgraziati? chiede la Marchesa di S.a Lucia al Vicerè; ed il Capitan Giustiziere, che ha commesso un vero abuso di potere, posto tra l’uscio ed il muro, mendica per giustificarsi i più futili argomenti, e nasconde l’avversione al teatro di piazza S.a Caterina con questa magrissima scusa: A rispetto del digiuno, nelle vigilie, di estate si suole aprire il teatro a un’ora di notte; ma d’inverno non è così: le sere, le notti son lunghe, ed il pubblico non vuol esser congedato dal teatro presto. «Il moto che nelle vie cagiona il ritorno della gente dal teatro, tien desti i cittadini e rompe molti disegni nella citt
Chiami pur vandali i primi e civili i secondi la stampa venduta; tra il vandalismo di cruenta ma eroica protesta e il civismo di chi si appoggia alla prepotente codardia della forza, io m'inchinerò sempre, io sempre mi farò di cappello al primiero.
Il conte, con uno scatto d'impazienza, non si tenne dal lasciarsi scappare a questo punto una molto energica esclamazione dialettale di protesta; poi, pentendosi della parola detta: Andiamo dunque, continuò, me ne fareste scappare di più grosse ancora! Ma che diamine dite! Ma che specie di ubbie vi siete cacciato nella testa!...
Parola Del Giorno
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