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Alessio allora andò in cucina dove l'Orsola stava preparando certe conserve di suo gusto ed io mi posi al cembalo. Da quanto tempo non me ne occupavo più! Le cartelle di musica si trovavano in un grande disordine. Non sono mai stata una esecutrice di molto valore, avendo piuttosto disposizione per il canto che per la musica, ma conoscevo abbastanza bene gli spartiti di Porpora e di Scarlatti.

Anche la voce, non era più la solita, dalle calde modulazioni; era divenuta disarmonica ed aspra. L'altra intanto, calma, indifferente, continuava a scrivere, rannicchiata, bassa, quasi col naso sulle cartelle.

Lorenzo dal canto suo, oltre che non aveva cavato profitto dalle sue imprese, andava ogni giorno scemando di pregio, come le cartelle del debito pubblico in tempi burrascosi. Da lunga pezza il suo vestire era trasandato anzi che no. Il suo eterno vestito nero, che di sera poteva passare, in grazia dell'adagio: di notte ogni gatto è bigio, mostrava maluccio alla luce del sole, essendo gi

Dirò... Lasciatemi dire. Mi vantate una famosa collezione artistica e scommetto... Ma eccola qui la collezione, ma ve la faccio vedere, e dopo vi spiegherò il mistero, la combinazione di quel tedesco e vi convincerete dell'ingiustizia dei vostri sospetti. Oh credermi capace! Eccole qui le cartelle! apritele, e ci troverete dentro anche quelle stampe di che mi avete parlato ieri. Che stampe?

E di fatto, su quella tavola vedevansi alcune cartelle di marocchino scuro, diverse lettere messe a fascio e annodate da fettuccie di seta, e parecchi libriccini divoti che soleva tener sempre alla mano, come piccioli doni alle pie persone che venissero per raccomandarsi a lei.

Egli ha potuto far avere a me una di queste cartelle, scritta con una calligrafia quasi femminile, e piena di parole feroci contro quelli che chiama i suoi delatori. La cosa più noiosa durante gli otto giorni di processo erano le manette.

Avevo tolto a pigione un quartierino sul porto, dal lato d'occidente, e dato a mio fratello l'annunzio che mi mettevo a lavorare, mentre appena avevo in animo di tentare. Ma poi che m'ero trovato dinanzi alle cartelle bianche, un indicibile sgomento m'aveva assalito. Invano m'ero studiato di risvegliar la mia fantasia, invano avevo chiesto al mio cervello un'idea.

Su quella medesima piazza che lo aveva visto compagno all'asinello paterno, Fiorenzo apriva una bottega da spacciarvi formaggi, ed andatagli prospera la fortuna accresceva in poco tempo il suo fondaco e i suoi guadagni; finchè, sopraggiunta la guerra del quarantotto, egli pigliava l'impresa di provvedere di formaggi l'esercito piemontese, ed ingrassava così bene di quello che non mangiarono i nostri soldati, che rimetteva ad altri la bottega, comprava case, tenute, e cartelle del debito pubblico, e si ritirava a viverla in panciolle, ricco di più dozzine di mila lire di rendita.

Gustavo prese quelle cartelle e le pose in mano all'agente di cambio che lieto di vedersi così assicurato s'affrettò a partirsi colla sua preda. Fu quando Borgetti era partito che Gustavo si rese conto dell'azione che aveva commessa. Raccapricciò. Che cosa direbbe al principale? che cosa allo suocero? sentì la testa dargli in ciampanelle. Non c'era che un modo: partire, allontanarsi, fuggire.

Prontissimo! rispose il Perego: seduto alla scrivania si era preparato dinanzi un monte di cartelle. Si spara contro il Kloss?