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Giunsi a comprendere in tanto baccano che il funebre trasporto era stato imponentissimo e che Canzio aveva proferito generose e ben degne parole sulla tomba del figlio prediletto della democrazia Torinese. Dopo aver rimesso un polmone, o poco meno, per mandar via di camera tutti quegli indiavolati mi addormentai saporitamente... Con poche ore di riguardo e di calma il mio male era passato.

E tutto questo perchè? perchè un incidente non preveduto, una imprudenza, un grido proferito da un'anima fervida e intraprendente vi sconvolga l'edifizio, che avrete penosamente inalzato? perchè un colpo di fucile tirato imprudentemente sul Reno o sull'Alpi, rovini i vostri progetti, precipitando le cose e gli uomini a circostanze violenti, a condizioni di rapidit

Il giovane, che aveva proferito questo parole, eguagliava la sua compagna in avvenenza, grande, ben fatto, con alcun che di elegante, di marziale nella persona, nei bei lineamenti, che non si poteva a meno di lasciarsi all'istante trascinare verso di lui. Vestiva una brillante e ricca assisa di ufficiale spagnuolo; poteva avere trent'anni circa. Era Federico di Chiarofonte.

Perez non disse verbo, turbato dall'espressione quasi iraconda con la quale Lodovico aveva proferito le ultime parole. La conferma, improvvisamente ottenuta, delle sue supposizioni intorno alla natura tutta sentimentale delle inquietudini dell'amico non gli procurava il più piccolo compiacimento per la propria perspicacia, tanto il caso si rivelava grave. Molte domande gli salivano alle labbra: «Perchè ti tradisce?... Non t'ama più?... Vi siete lasciati?... Chi arriva col «Senegal»?...» ma l'altro non gli diede il tempo di formularle. Facendoglisi accosto con un nuovo moto di confidenza, riprendendo a parlare con voce ancora grossa, ma più pacata, riprese: Capisci ora perchè me ne vado? Capisci che stanotte non posso restar qui, che ho bisogno di sentirmi portar via, non importa dove, col treno più rapido che mi trascini il più lontano possibile? E ad un moto di Perez, che si era rivoltato per interromperlo: Che cosa vorresti dirmi? Che debbo rassegnarmi, se non c'è da far nulla? Eh, lo vedi: mi rassegno!... Hai temuto che volessi buttarmi in mare?... Non aver paura!... Non sarei venuto a cercarti, se avessi voluto spiccare il salto!... Non ho armi addosso: prova un po'; non sono venuto per ammazzare nessuno.... Niente ammazzamenti, se anche quella donna fosse mia moglie.... Noi non siamo di quelli che ammazzano, le mogli le amanti, è vero?... Perchè si ammazzano anche le amanti, è vero? non le sole mogli!... Ah, come hai ben detto che non c'è nessuna differenza, per il sentimento, fra l'unione libera e il matrimonio! Se questa donna fosse mia moglie, io non potrei infrangere il vincolo coniugale in un paese come il nostro che non ammette il divorzio; potrei infrangerlo altrove; ma divorziato o separato, forse che soffrirei più di quanto soffro adesso, per aver perduta la creatura che fu mia, che volevo mia?... Se fosse mia moglie, vedi, e sapessi che oggi, qui, in quest'albergo, ella avesse un convegno con un altro uomo.... se fosse mia moglie, ecco, non potendo assassinare lei lui, non dovendo ammazzarmi, non volendo chiamare un commissario e due guardie che frenerebbero le risa accertando la mia disgrazia, qual altra cosa potrei fare, se non quella che faccio: spiare l'arrivo dell'uomo che viene a portarmela via, aggirarmi per i luoghi del loro incontro, immaginare, antivedere, non veder altro con gli occhi della mente fuorchè i loro abbracciamenti, e quando l'infamia star

Mia madre rientrava con Maria e Natalia. Ma l'accento con cui Giuliana aveva proferito quelle poche parole bastò per convincermi che ella non sospettava la verit

Ambedue un tempo avevamo sognato non pur l'amore ma la passione fino alla morte, usque ad mortem. Ambedue avevamo creduto al nostro sogno e avevamo proferito più d'una volta, nell'ebrezza, le due grandi parole illusorie: Sempre! Mai! Avevamo perfino creduto all'affinit

Ma il Cancellieri, sospettoso di tutto e di tutti, non sapeva darsi ragione dell’assenza, verificatasi anche altra volta, di Baschiera de’ Rossi, e richiamava alla mente qualche dubbio discorso proferito dai suoi consorti.

»Il conte non aveva proferito parola durante la passeggiata e frattanto la mia mente fantastica si era smarrita nel prediletto sentiero delle rimembranze... Io dimenticava di aver al fianco un nemico, un cospiratore, il quale spiava il buon momento per aprirsi una breccia nella mia virtù!... Troppo tardi me ne sovenni, quando, seduti nel misterioso boschetto, il conte prese la mia mano, la portò con violenza alle labbra, e gettandosi alle mie ginocchia...

Non senti che questa parola tronca la vita? Più crudele sei che non io amara. Giana. Ma com’è egli? Mortella. Dolce. Ella ha proferito questa parola con un accento singolare d’ironia, di repulsione e di mistero.

Non aveva egli dunque amato mai? , aveva amato, ed anche incominciando per tempo; ma anche per tempo si era fermato. A quattordici anni aveva preso una cotta famosa per una sua cuginetta, splendidissima e formosissima bionda. Per moglie non sarebbe andata, avendo perfino un anno o due più di lui: ma chi bada a queste differenze, quando cantano gli anni adolescenti nel cuore? Quella stupenda creatura egli l'aveva veduta da bambino, e avevano giuocato insieme a marito e moglie: il «te ne rammentiera stato proferito con gusto al nuovo incontro, quando la cuginetta era venuta coi parenti a Genova, per salutar lui collegiale promosso agli esami finali e gi