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Aggiornato: 2 maggio 2025
Tra queste scaramucce e 'l trattato del duello, il sanguinoso anno ottantadue chiudeasi chetamente, lasciando i semi sì di lunghissime guerre; alle quali non erano per mancare nè motivi, nè danari, nè uomini. Perchè oltre la propria potenza di Carlo, la corte di Roma vedendo tornar vane le prime prove, cominciò a rinforzare i comandi spirituali e le pratiche, co' sussidi di moneta; le citt
Quando il Piemontese si metteva una cosa in testa!... Non aveva detto: "Inizierò le pratiche col Demanio"? Per Cardello significava: "Il terreno è comprato". E quei vasetti? insisteva il vecchio non ancora persuaso. Ci ho messo le mani anche io. Sar
Laonde il Direttore trasformavalo in Giornale di Sicilia, e nel medesimo formato e carattere lo continuava con idee più larghe e con vedute più pratiche.
Io respingo dunque i vostri avvisi e vi fo grazia dei vostri augúri. Se voi conoscete meglio di me le pratiche della vita, io ne conosco i principii, i quali non cangiano con la moda. Voi conoscete forse gli uomini; io conosco l'uomo. Io non vi domando dunque d'insegnarmi come si tratta con gli uomini e quali uomini si debbono bazzicare o evitare.
Per avvicinarsi meglio alla morte, a questo pensiero dominante di chi non trova più consolazioni nella vita, Spinello Spinelli incominciò allora a metter l'animo in quelle pratiche di coraggiosa piet
A Roma soprattutto si era diventati maestri nell’arte dei raffinamenti lubrici. Tra le diverse pratiche immonde bisogna menzionare in prima linea l’azione dei cunnilingues e dei fellatores. I fellateurs o fellatrices succhiavano le parti virili e le tribadi sacrificano a Venere senza il concorso dell’uomo.
Ed a ciò poi Teodelinda strinse pratiche col papa. Il quale era san Gregorio I, detto «il magno», quantunque due altri poi ne sieno stati non guari minori per noi italiani.
"Era poi assolutamente indispensabile e urgentissimo che il signor duca, per tutte le pratiche necessarie, tornasse subito a Milano."
Io ho sofferto per amore! Oh come riderebbero i miei amici! 26 febbraio. Dio, mi spavento! Sono io sicuro dell'anima mia? 1.° marzo. Oggi sono felice. Da due giorni ero nervoso e spaventato. Ho letto ieri in un libro del Michelet: «Due persone che si amano spendono assai meno di uno solo che vuol dimenticare.» E che idee nobili, pratiche, scientifiche! Quelle pagine mi hanno consolato.
Nonostante le feste con cui egli fu accolto al suo nascere, il contino Leonardo non fu guastato con troppi baci e troppe carezze. Il conte Zaccaria, libertino incorreggibile, s'occupava più delle crestaie e delle ballerine che de' suoi figliuoli, e la contessa Chiaretta, tra le pratiche di devozione e il teatro, il fare e il ricever visite, il curare i suoi mali veri e l'almanaccar dietro ai suoi mali immaginari, il bever tazze di cioccolata e il mangiar pasticcini, esauriva tutte le forze del corpo e dello spirito, nè le restava più tempo o voglia di dedicarsi alle cure materne. Dimodochè S. E. Leonardo Bollati, progenie di dogi, passò dalle braccia della balia e delle bambinaie a quelle dell'altre persone di servizio, e ne' primi anni della sua gloriosa esistenza non era ammesso al cospetto de' genitori che la mattina appena alzato e la sera avanti di coricarsi. In questi momenti solenni egli baciava la mano al nonno, al signor padre e alla signora madre, e dava loro il buon giorno e la buona notte. Nelle grandi occasioni (a Pasqua, a Natale, al Capo d'anno, ecc.) lo si faceva portare a tavola alle frutta. Allora il contino dava prova di ottimo appetito e di rara precocit
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