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Cadde a poco a poco, in siffatto accoramento, che se l'Alemanno l'avesse potuta vedere in viso, da quell'uomo leale che egli era, le avrebbe chiesto se fosse pentita.

La vostra troppa bellezza e 'l troppo amar ch'io vi porto è cagion ch'io fo quello che forse voi giudicarete esser di poca onesta fanciulla. Ma Dio lo sa ch'io non me ne son potuta tenere. LELIA. Non fate queste scuse con me, signora; ché so ancor io come io sto e quel che, per troppo amore, mi son messo a fare. ISABELLA. E che cosa? LELIA. Oh! Che?

Flora non è potuta venire oggi: l'aspettavano alla villa Carlotta per non so quale complotto di matrimonio. Presento invece mia sorella, Vincenzina.... soggiunse, tirandosi un poco in disparte. Oh... oh... donna Vincenzina, grazie, ho piacere... Che bel sito! una vista stupenda! brava... Bravo anche lei!...

Egli si posò la palma sul petto e fissando in volto il Sant'Angelo, senza esitanze: Ora, egli disse, se il caso ha voluto ricondurci uno di fronte all'altra, se anche per un solo momento s'è potuta risvegliare in me la voce del passato.... Loreta non ha rimprovero a farsi.... veruno!... Quello che oggi sia il mio dovere lo so ed avrò la forza di compierlo. Questo le giuro, professore, per i ricordi che uniscono le famiglie nostre; come le giuro che nulla mai sar

Dai giorno in cui aveva riveduto nell'atrio del Grande Albergo di Stresa Folco Filippeschi, appena uscito di lutto, e s'era potuta fare amica della contessa Gioconda, la petulante Vittorina Ornavati era contentissima.

Gesummaria! esclamò egli dopo udita la rivelazione, alzandosi tutto sconvolto ed agitato. La mia Cecilia ha potuto inclinare l'orecchio alla voce della seduzione, e consentire di perdere la sua innocenza! Non era il vizio, è vero, che ti persuadeva al passo disperato, ma il dolore delle tue e nostre sofferenze. Nondimeno era egualmente una tentazione del demonio, e la tua caduta non avrebbe avuto giustificazione alcuna presso la gente dabbene, perchè si deve piuttosto morire che diventare colpevoli ed infami. Come avresti tu potuta godere un bene procurato col traffico della tua virtù? Con qual animo avresti offerto a tua madre, ai tuoi fratelli, a tuo nonno un sussidio procacciato con tal mezzo obbrobrioso? Ah! sia lodato Iddio che ti abbiamo salvata dal precipizio. Mai più, Cecilia, mai più una simile tentazione. Sfidiamo la miseria, sopportiamo le privazioni, ma restiamo innocenti e senza rimorsi di coscienza. Finalmente nessuno muore di fame, e la Provvidenza arriva per tutti, un po' tardi qualche volta, ma sempre in tempo di consolarci. Ah! dunque il signor Tribolo colla sua cera onesta e colle sue belle parole è un pessimo uomo, che voleva fare la tua rovina. , io debbo confessare che ho tolto in prestito da lui due talleri, e che ho detto la bugia di averli guadagnati al lotto. Ma egli mi ha quasi costretto a riceverli, ed ora capisco il motivo delle sue istanze. Egli però si è ingannato ne' suoi artificj, ed io pagherò il mio debito un poco alla volta, come siamo convenuti. Non parliamo più di questo brutto affare, che mi ha messo lo spavento addosso. Cari fanciulli, lasciate stare i cartocci, e aspettate un poco.... Suvvia, se avete fame, vostra madre vi dar

Quasi voglia dire: Io vorrei per avventura ad ora tornare indietro ch'io non potrei. «Tu dici». Qui vuole l'autore levar via una risposta, la qual Virgilio, come egli avvisava, gli avrebbe potuta fare, cioè di dire: Non puo' tu venire, o non credi poter, dove andò Enea e ancora dove andò san Paolo?

La rivelazione, che contiene tutta la filosofia, e più che la filosofia, così espresse la definizione di Dio: «Io sono colui che sono». Definizione stupenda, che quando fu promulgata non sarebbe potuta essere trovata dal discorso degli uomini, e che congiuntamente alle altre dottrine dei libri mosaici, non potendo aversi per un parto naturale di quei tempi, accusa un’origine divina.

Perciò, rinunziando ad una impresa che vedeva superiore alle sue forze, si volse al nepote con la muta preghiera dello sguardo. L'arcangelo in vacanza crollò leggermente le spalle, in atto di stizza non potuta nascondere, per quella che gli pareva una insigne debolezza d'animo, e rispose tutto d'un fiato: Signore, siamo due che vogliamo ascriverci alla regola di San Bruno.

Stasera, verso le dieci, mi troverete qualche passo innanzi alla svolta, seduta sul parapetto, dalla parte del mareNon era un'allucinazione. Eran parole sue, scritte di suo pugno, queste su cui stavano adesso inchiodati i miei occhi. Ed ella mi apparterrebbe veramente, immancabilmente. E nulla me l'avrebbe potuta strappare: nessuna avversa forza al mondo.