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L'appartamento, vasto, ben aerato, lindo e gaio, mobigliato con ricercatezza: del palissandro, allora prezioso ancora, cortine di seta, tappeti, porcellane, quadri, una bella biblioteca, dei bei cristalli, degli specchi dovunque. Un lacchè in livrea si teneva stecchito nell'anticamera. Una donna confezionava, starei quasi per dire, ricamava la cucina.

Il Cresti, che ogni anno celebrava al Pioppino una specie di festa della polenta, mandò gli inviti anche alle signore del Castelletto coll'ordine di non mancare, Questa volta sarebbe venuto, oltre a don Malachia, anche quel poco di buono del signor Bersi, che era sulla strada della penitenza: forse si sarebbe firmato, al fumo della polenta, il contratto di vendita del Ravellino, Soltanto Ezio, in tutt'altre faccende affaccendato, sarebbe mancato quest'anno. Si sarebbe pranzato all'aperto, all'ombra degli agrifogli fioriti, colla vista dei monti da una parte, collo sfondo infinito del lago dall'altra, in mezzo ai fiori... Ma a dir tutto quello che di fresco, di dolce, di leccardo, di aristocratico, il padron di casa aveva preparato intorno alla volgare polenta di gran turco, sarebbe un far dell'arte simbolica. La polenta era un pretesto per sfoggiare ogni anno le ricche porcellane di casa Cresti e l'abilit

Io veglio alla cottura delle rocce cesellate e alla vitrificazione policroma delle sabbie, così che fra le mie dita le argille si trasformano in ideali porcellane rosate che io frango coi miei buffetti di vapore! Sono incessantemente commisto alle mie scorie. La mia vita è la fusione perpetua dei miei frantumi.

Lo studio del vecchio artista era messo con un certo gusto; non vi erano oggetti di valore, ma le stoffe antiche un po' sbrandellate coprivano i muri, le porcellane di Venezia erano posate sui mobili tarlati; e sui divani erano gettati dei tappeti turchi molto vecchi.

E intanto che ordinava, che faceva preparar la camera, Nora si godeva a visitare il lungo guardaroba dagli armadi solidi, pesanti, colmi delle telerie, delle fiandre antiche e preziosissime di casa Casalbara; si godeva a visitare i forzieri dell'argenteria, le grandi scansie a vetri delle porcellane e delle maioliche. Certo.... le cambiali sarebbero state rinnovate!...

Appena l'occhio di Maria si volse in giro fu dolcemente impressionato dalla perfetta armonia di stile e di tinte che regnava nel salottino, e il suo istinto d'artista si destò, l'occhio perdè l'abbattimento che dava a tutta la fisonomia un'espressione di languore, ed ella prese a guardare, ad ammirare le stoffe, i quadri, i mobili e le porcellane.

Lo scintillio di que' cristalli, di quelle porcellane, di quelle argenterie, di quei fiori, era forse melenso in paragone delle sei pupille di quelle tre donne che pur nondimeno le spegnevano sotto il languore. Conoscete voi occhi più micidiali di quelli che sono dolci quando si muovono? Le tre donzelle erano scollacciate. Però, misero dell'acqua nel vino sintomo terribile!

Due alte e grosse credenze di legno d'acero artisticamente ed acconciamente scolpite a rappresentare fiorami, frutta e selvaggina si drizzano alle due pareti principali, ed in questo momento in cui stanno aperte lasciano scorgere le porcellane più ricche e i cristalli più tersi, di piatti, bicchieri e bottiglie che possano servire per la sontuosa mensa d'un milionario.

Marco Polo vuole che nel Cataio a suo tempo si usasse moneta di porcellana, ed in Cambaia foglie di gelso, o sia moro bianco: ma io ho gran paura che le porcellane, ch'ei dice, non siano vasi di terra che nella Cina ed altri regni d'Asia si fanno, ma quelle conchiglie picciole e bianche, che in Italia «porcellette» sogliono chiamarsi, delle quali per altri riscontri siamo certi esser grand'uso in piú luoghi d'Asia in luogo di moneta; siccome le foglie de' gelsi, ch'egli dice, non posso capire come siano tali effettive, ma bensí viglietti di carta fatta dalla scorza di gelsi, come egli stesso narra altrove, che, sottoscritti dal re o ministri, hanno valore di monete, come piú basso diremo.

Le porcellane, i cristalli riflettevano la luce argentea delle lampade alla guisa del sorriso del fanciullo gioia spontanea anzi che gaiezza consciente che rifrange la trasparenza dell'anima. Dove è luce e profumo, anima è.