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Aggiornato: 1 giugno 2025
Il maestro lo aveva abbracciato, con le lagrime agli occhi. Parri della Quercia gli aveva stretta la mano dicendogli: "bene!" con tutte le forze dell'anima. Tuccio di Credi, venuta la sua volta, gli aveva soggiunto: Godete gli applausi; essi vi aiuteranno a sopportare le fischiate.
Era Parri della Quercia, giunto allora da Arezzo. Fu accolto, come potete immaginarvi, a braccia aperte. Alla vista dell'amico che gli ricordava i suoi giorni più lieti, Spinello pianse come un bambino. Era un pezzo che non piangeva, e quelle lagrime lo sollevarono un poco. Parri della Quercia era venuto a bella posta da Arezzo per dare al suo compagno d'arte una lieta notizia.
Il Chiacchiera lasciò passare quella folata di parole, indi rispose: Oh, non a tutti i vostri scolari avete lasciato la cura d'imparare da sè. Non a tutti! Lo credo, io, replicò mastro Jacopo. Tuccio di Credi, per esempio, e Parri della Quercia, hanno saputo cavar profitto dei loro occhi. Perciò mettete pure che io, vedendoli più attenti di voi, li abbia consigliati qualche volta.
I garzoni di mastro Jacopo non potevano mandar giù la fortuna del nuovo venuto e meditavano una grande risoluzione. Escludo dal numero Parri della Quercia, che non partecipava alle loro malinconie per dolcezza di carattere, e Tuccio di Credi che aveva scagliato il sasso e nascondeva la mano.
Parri della Quercia e Tuccio di Credi, che stanno cheti come l'olio, vi hanno pur detto come e perchè un ritratto di madonna Fiordalisa non sia dei più facili. Ho capito, ho capito; ritornate in campo coi vecchi dirizzoni. Ma appunto per dar noia a voi altri, Spinello far
Non si tratta di sapere quando apparisca più bella, poichè lo è sempre moltissimo; replicò Parri della Quercia. Io ho detto soltanto che ella vi muta espressione, e sembra avere un'altr'aria da quella di prima. È sempre lei, per chi la conosce, e tuttavia è un'altra bellezza. Il pittore che la ritraesse in uno di quei punti, crederebbe di non averla resa con verit
Ma dopo il desinare, Tuccio di Credi lo tirò in disparte e gli disse: Lasciamo solo il maestro; questa è l'ora in cui egli si raccoglie un tantino, per meditare le sue composizioni. Che gli fanno tanto onore! esclamò Parri, con accento di profonda convinzione. In Arezzo si parla sempre de' suoi trionfi, e tutti se ne rallegrano di cuore. Suo padre, poi, ne è veramente orgoglioso.
E Parri della Quercia e Tuccio di Credi, opachi e taciturni lavoratori, levarono gli occhi stupiti a contemplare quel giovine cherubino, che non capiva più nella pelle. Che c'è? disse Parri della Quercia. Vi fiammeggiano gli occhi. Lo credo io! rispose Spinello. C'è... c'è, amici miei, una grande novit
Jacopo di Casentino diede un balzo e guardò il migliore de' suoi discepoli con aria tra maravigliata e scontrosa. Che c'entra madonna Fiordalisa? diss'egli interrompendolo. Eh, c'entra in questo modo, rispose Parri della Quercia, che nei quattro tocchi di cui parlavamo dianzi, quando voi siete capitato.... Eccoli qua, del resto; non ci vedete il ritratto di madonna Fiordalisa?
Quei cinque lasagnoni, com'egli spesso usava chiamarli, con dimestichezza punto piacevole a loro, si domandavano, Tuccio di Credi, Lippo del Calzaiuolo, Parri della Quercia, Cristoforo Granacci e Angiolino Lorenzetti, soprannominato il Chiacchiera.
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