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Aggiornato: 1 giugno 2025
Parri gli si accostò, e, postogli un braccio intorno alla vita, cercò di trascinarlo in casa. Animo, via! Siate forte, gli disse, e pensate a consolare quel povero padre, che sta per uscire di senno. Spinello guardò il suo compagno d'arte con aria melensa. Perchè? gli chiese. Ma in quel punto parve risovvenirsi, e diede in uno scoppio di pianto.
Dio buono! esclamò Parri della Quercia, si tratta di una cosa che vi fa molto piacere. Benissimo! Avete indovinato alla prima. Eh, che sia una cosa allegra lo si vede dalla vostra cera. Che cosa sia, poi, aspettiamo di udirlo dalle vostre labbra, poichè non basterebbero a noi, nè le cento, nè le mille. San Luca! San Luca! gridò Spinello, saltando, e abbracciando l'amico Parri. Mi capite?
Nessuno di costoro salì in eccellenza nell'arte del dipingere, quantunque due, come vi ho detto, lo avrebbero potuto, cioè Parri della Quercia e Tuccio di Credi.
La casa di mastro Jacopo era di persona agiata, ma non ricca. Del resto, a quei tempi, anche i popolani grassi vivevano semplicemente. Al servigi della famiglia di mastro Jacopo non c'era che una vecchia fante, la quale bastava a tutto, e a governare la casa e ad accompagnare madonna Fiordalisa, quando esciva per andare agli uffizi divini. Essa per altro non sarebbe bastata ai bisogni di quella circostanza solenne, e fu mestieri provvedersi di quattro o cinque mezzi servizi per quel giorno di grandi faccende domestiche. Parri della Quercia e Tuccio di Credi, volonterosi aiutanti, si fecero in quattro, per servire il maestro in quelle ricerche e in tutto l'altro che gli fosse bisognevole. Nella necessit
Ecco il male; ripigliò Parri. Io non credo che ciò vi consiglino i morti, sibbene di andare per la via retta e di avere un po' di pazienza. Ne ho. Ma per uccidervi lentamente. E questo è un grave peccato innanzi a Dio. Così amate i morti, Spinello? E vorrete voi mettere sull'anima di quella poveretta la rovina del vostro ingegno, la morte vostra, la disperazione del vostro povero padre?
Ma infine, diss'egli di rimando, se non ha anche dipinto a tempera, non si può tuttavia bollarlo col titolo di mastro Imbratta. Rammentate i suoi tocchi in penna. Ah sì, bella forza! gridò il Chiacchiera. Come se quella fosse arte! Il pittore s'ha a vederlo sulla tavola. O sul muro; soggiunse Parri. Spinello Spinelli può dirsi oramai un frescante.
Son condannato a morire di mal sottile; lo so, ma che volete? Con questi mali si campa qualche volta più a lungo di molti sani. Speriamo che il vostro male non sia così grave come dite; replicò Spinello. Ma se lo fossa, Parri, vorreste voi condannare una povera donna a vivere con voi, per restar vedova anzi tempo?
Adagio, Biagio! entrò a dire il Chiacchiera. Spinello Spinelli è un mastro Imbratta, finora, un fattore come noi altri, e non può neanche misurarsi con te, Parri della Quercia, che hai gi
Era contento quel buon diavolaccio di Parri. Non si sentiva nato per nessuna altezza, e dalla sua mediocrit
Il giorno di San Luca. Cade se non m'inganno ai 18 di ottobre; rispose Parri della Quercia. Che importa a me quando casca? Volevo dirvi che quel giorno io sposerò madonna Fiordalisa. Ah! disse Parri. Abbiate le mie congratulazioni. Quantunque, potete anche farne di meno. V'ingannate, Parri; le congratulazioni degli amici ci esprimono il loro animo e portano fortuna come gli augurii.
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