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Aggiornato: 13 giugno 2025
Ragioniam netto adesso per allora, ch'io non soffro ingrognati e vo' quiete. Un cavaliere, quando la sposa ama, non si scorda giammai ch'è nata dama. Parean aspri a Terigi questi detti, ma dall'amore egli era sbalordito, e tanagliato da mille rispetti.
Qual di pennel fu maestro o di stile che ritraesse l’ombre e ’ tratti ch’ivi mirar farieno uno ingegno sottile? Morti li morti e i vivi parean vivi: non vide mei di me chi vide il vero, quant’ io calcai, fin che chinato givi. Or superbite, e via col viso altero, figliuoli d’Eva, e non chinate il volto sì che veggiate il vostro mal sentero!
Si gridava: "Correte!... Son qui!... Sono vicini!" Le madri abbandonavano le culle dei bambini; E, fra l'essere donne curiose o madri buone, Prendeano il mezzo termine d'affacciarsi al verone, Tenendo sempre a bada colla coda dell'occhio Il letticciuolo, dove miagolava il marmocchio. La fanfara appressavasi. Con un piglio insolente Parean le note acute sfidar l'ombra silente.
Ne' 'l dir l'andar, ne' l'andar lui piu` lento facea, ma ragionando andavam forte, si` come nave pinta da buon vento; e l'ombre, che parean cose rimorte, per le fosse de li occhi ammirazione traean di me, di mio vivere accorte. E io, continuando al mio sermone, dissi: <<Ella sen va su` forse piu` tarda che non farebbe, per altrui cagione.
Tutti li lor coperchi eran sospesi, e fuor n’uscivan sì duri lamenti, che ben parean di miseri e d’offesi. E io: «Maestro, quai son quelle genti che, seppellite dentro da quell’ arche, si fan sentir coi sospiri dolenti?». E quelli a me: «Qui son li eresïarche con lor seguaci, d’ogne setta, e molto più che non credi son le tombe carche.
Come fu giorno, il re pagano armosse; così Rinaldo: e giunsero ambedui ove dovea non lungi alla fontana combattersi Baiardo e Durindana. 107 De la battaglia che Rinaldo avere con Gradasso dovea da solo a solo, parean gli amici suoi tutti temere, e inanzi il caso ne faceano il duolo.
ché, quando fui sì presso di lor giunto, che li atti loro a me venivan certi, per li occhi fui di grave dolor munto. Di vil ciliccio mi parean coperti, e l’un sofferia l’altro con la spalla, e tutti da la ripa eran sofferti. Così li ciechi a cui la roba falla, stanno a’ perdoni a chieder lor bisogna, e l’uno il capo sopra l’altro avvalla,
Non avea pur natura ivi dipinto, ma di soavita` di mille odori vi facea uno incognito e indistinto. 'Salve, Regina' in sul verde e 'n su' fiori quindi seder cantando anime vidi, che per la valle non parean di fuori. <<Prima che 'l poco sole omai s'annidi>>, comincio` 'l Mantoan che ci avea volti, <<tra color non vogliate ch'io vi guidi.
41 Non vuol dargli, o non puote, altra risposta; ma da traverso sprona Rabicano, e quanto può dagli altri si discosta, ed a Ruggiero accenna con la mano. Fuor de la moltitudine in reposta valle si trasse, ov'era un piccol piano ch'in mezzo avea un boschetto di cipressi che parean d'una stampa, tutti impressi. 42 In quel boschetto era di bianchi marmi fatta di nuovo un'alta sepoltura.
ATTILIO. Ed in qual troverò io quell'aria celeste che si vede in quel suo volto divino? in qual quelle suavi parole che parean uscire da la bocca de gli oracoli? dove quelli atti pieni di maestá? dove i tesori della sua bellezza? EROTICO. La pacienza fa il tutto. ATTILIO. O che debol rimedio è la pacienza! EROTICO. Fate della necessitá volontá, e passarete bene. Ma a voi, che vi detta il pensiero?
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