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Aggiornato: 3 maggio 2025


52 Tu fai da discortese e da villano, Ruggiero, a disturbar la pugna altrui; ma ti farò pentir con questa mano che vo' che basti a vincervi ambedui. Cerca Ruggier con parlar molto umano Marfisa mitigar; ma contra lui la trova in modo disdegnosa e fiera, ch'un perder tempo ogni parlar seco era. 53 All'ultimo Ruggier la spada trasse, poi che l'ira anco lui fe' rubicondo.

<<Figliuol mio>>, disse, <<infin quivi ti tira>>, additandomi un balzo poco in sue che da quel lato il poggio tutto gira. Si` mi spronaron le parole sue, ch'i' mi sforzai carpando appresso lui, tanto che 'l cinghio sotto i pie` mi fue. A seder ci ponemmo ivi ambedui volti a levante ond'eravam saliti, che suole a riguardar giovare altrui.

<<Figliuol mio>>, disse, <<infin quivi ti tira>>, additandomi un balzo poco in sue che da quel lato il poggio tutto gira. Si` mi spronaron le parole sue, ch'i' mi sforzai carpando appresso lui, tanto che 'l cinghio sotto i pie` mi fue. A seder ci ponemmo ivi ambedui volti a levante ond'eravam saliti, che suole a riguardar giovare altrui.

Quando vidi costui nel gran diserto, <<Miserere di me>>, gridai a lui, <<qual che tu sii, od ombra od omo certo!>>. Rispuosemi: <<Non omo, omo gia` fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto nel tempo de li dei falsi e bugiardi.

«Figliuol mio», disse, «infin quivi ti tira», additandomi un balzo poco in sùe che da quel lato il poggio tutto gira. mi spronaron le parole sue, ch’i’ mi sforzai carpando appresso lui, tanto che ’l cinghio sotto i piè mi fue. A seder ci ponemmo ivi ambedui vòlti a levante ond’ eravam saliti, che suole a riguardar giovare altrui.

40 Se n'accorse uno, e ne parlò con dui; gli dui con altri, insin ch'al re fu detto. Venne un fedel del re l'altr'ieri a nui, che questi amanti fe' pigliar nel letto; e ne la rocca gli ha fatto ambedui divisamente chiudere in distretto: credo per tutto oggi ch'abbia spazio il gioven, che non mora in pena e in strazio.

Quando vidi costui nel gran diserto, <<Miserere di me>>, gridai a lui, <<qual che tu sii, od ombra od omo certo!>>. Rispuosemi: <<Non omo, omo gia` fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui. Nacqui sub Iulio, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto 'l buono Augusto nel tempo de li dei falsi e bugiardi.

mi spronaron le parole sue, ch’i’ mi sforzai carpando appresso lui, tanto che ’l cinghio sotto i piè mi fue. A seder ci ponemmo ivi ambedui vòlti a levante ond’ eravam saliti, che suole a riguardar giovare altrui. Li occhi prima drizzai ai bassi liti; poscia li alzai al sole, e ammirava che da sinistra n’eravam feriti.

Come fu giorno, il re pagano armosse; così Rinaldo: e giunsero ambedui ove dovea non lungi alla fontana combattersi Baiardo e Durindana. 107 De la battaglia che Rinaldo avere con Gradasso dovea da solo a solo, parean gli amici suoi tutti temere, e inanzi il caso ne faceano il duolo.

22 S'attonito restasse e malcontento, meglio è pensarlo e farne fede altrui, ch'esserne mai per far l'esperimento che con suo gran dolor ne fe' costui. Da lo sdegno assalito, ebbe talento di trar la spada e uccidergli ambedui: ma da l'amor che porta, al suo dispetto, all'ingrata moglier, gli fu interdetto.

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