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Aggiornato: 17 giugno 2025
92 Al Saracin parea discortesia la proferta accettar di Doralice; ma fren gli far
134 Zerbin così parlava; né men tristo in parole e in sembianti esser parea di questo nuovo suo sì odioso acquisto, che de la donna che perduta avea. La vecchia, ancor che non avesse visto mai più Zerbin, per quel ch'ora dicea, s'avvide esser colui di che notizia le diede gi
i’ mi ristrinsi a la fida compagna: e come sare’ io sanza lui corso? chi m’avria tratto su per la montagna? El mi parea da sé stesso rimorso: o dignitosa coscïenza e netta, come t’è picciol fallo amaro morso! Quando li piedi suoi lasciar la fretta, che l’onestade ad ogn’ atto dismaga, la mente mia, che prima era ristretta,
Gli augelli che passavano in ciel con l'ali aperte Fermavansi a guardare quelle due forme incerte E sovra il dolce gruppo circoscriveano il volo. E quello che vedevano sembrava un corpo solo Pien di forza e di grazia e doppio ed indiviso, Simile a visïone d'ignoto paradiso. Fu un lampo. Ma rinchiuso in la breve durata Era un eterno gaudio. Lei s'era risvegliata E le parea risorta esser gi
32 Per tutto avea genti ferite e morte, la bassa plebe e i più superbi capi: anzi nuocer parea molto più forte a re, a signori, a principi, a satrapi. Peggio facea ne la romana corte, che v'avea uccisi cardinali e papi: contaminato avea la bella sede di Pietro e messo scandol ne la fede.
Quindi appena sui piè mi ressi alquanto Dopo quel memorando atto divino, Mossi alla chiesa, e di dolcezza ho pianto, Ivi tornando al sovruman festino: E mi parea che con dolor più santo Io sopportassi l'egro mio destino, E che tutto il mio core arder dovesse In avvenir di quelle fiamme istesse.
Tutto il mondo, senza la Baby, gli parea vuoto e triste. Alcuni giorni dopo, ritornando Andrea a Castelguelfo, sentì che la Contessa era a letto, un po' raffreddata. Egli aveva gi
Emilia, come può credersi, passò quest'intervallo in un tumulto di speranza, di gioia e d'ansiosa impazienza. Dopo il suo arrivo al castello non aveva mai osservato con tanto piacere il tramonto del sole. Contava le ore, e le parea che il tempo non passasse mai.
O sventura, e fia ver? Caduto in fondo Di rea fortuna, che non tien mai fede, Il gran popol vedrem, che, a niun secondo, Di Quirino parea l'unico erede? Colui vedrem, che impallidir fe' il mondo, L'armi chinar d'un vincitore al piede? Al piè d'un vincitor, deposte in guerra, L'armi, che gi
Era intagliato lì nel marmo stesso lo carro e ’ buoi, traendo l’arca santa, per che si teme officio non commesso. Dinanzi parea gente; e tutta quanta, partita in sette cori, a’ due mie’ sensi faceva dir l’un ‘No’, l’altro ‘Sì, canta’. Similemente al fummo de li ’ncensi che v’era imaginato, li occhi e ’l naso e al sì e al no discordi fensi.
Parola Del Giorno
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