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Aggiornato: 26 maggio 2025
E doman come ieri, sotto panni superbi il cuore in umilt
Mi sono persuasa che qui ognuno deve fare con rigore quello che gli spetta. E a te spetta di farmi da istitutrice eh? Da otto giorni ti ho sempre ai panni. Così ha ordinato il padrone di noi tutti, il signor Max. Non hai altro a dirmi? Ho a dirti che se il signor Max è per te il modello di tutte le perfezioni, dovresti sposartelo e finirla cogli equivoci.
S'era nel luglio. Presso alla finestra che affacciava sul vasto cortile del palazzo, Milia s'era posta a lavorare all'uncinetto. Le mani pienotte e arrossate che, poco prima, avevano risciacquato panni e pentole, andavan lente: di volta in volta l'uncinetto, tra quelle impratiche dita poco agili, s'arrestava e ricascava in grembo alla giovanetta.
Un giorno, mentre il buon Pascotto stava spolverando la lampada della nostra camerata, gli domandai perchè non scappava. Voi non avete più che dodici anni da fare. Ma pensate che la vita è breve, accidempoli! Nei vostri panni io non esiterei un minuto.
Li ho letti tutti, ed anche riletti, soggiunse Fausta. Spesso mi metto nei panni di qualcuna di quelle donne e penso: Che cosa avrei fatto io nello stesso caso? E, sa? Qualche volta mi sembra che le sue signore commettano grosse sciocchezze, quasi non sapessero ragionare.... Ma gi
Frattanto a doppio in sul regno si suona, traggonsi i cuoi poiché son tratti i panni, e Carlo Magno è imperatore esoso d'un popolo avvilito e pidocchioso.
Io, vecchia ignorante, non ho che gli occhi per piangere. Aspettavo che Aminta mi informasse di che si trattava. Ma egli sembrava tanto smarrito che, dopo le prime parole, non aveva potuto tirare innanzi. I suoi ignobili panni di montanaro erano laceri e lordi di fango. Egli è fuori di casa da stamattina e non osa più rientrarvi. Colui l'ha ancora maltrattato? domandai al giovinetto.
FORCA. Cancaro! non è parte in me che non mi doglia, e mi fate portar le carni sempre di piú colori de' panni d'arazzi. Se l'innamorata vi fa alcun favore, le consolazioni son le vostre; se mala ciera, con una finta occasione ché son l'armi de' padroni contro i poveri servi sfogate la rabbia contra di me, che non ci ho né colpa né peccato: talché ho da patir la penitenza per me e per voi.
CRISAULO. E che potresti cangiar se non que' panni e quella pelle? o 'l vizio orrendo che non potrá mai mancare in te? poi sai che non possiamo, per noi stessi, cangiar stato e fortuna: ché s'appartiene al ciel. PILASTRINO. Ti vo' insegnare. Avremmo prima a tramutar la robba: verbi gratia, la tua fa' che sia mia. Tu voglio che ti chiami Pilastrino; ed io sarei Crisaulo.
Io me ne vo a Fulvia e dirò che ará lo attento suo. FANNIO. Adunque, io sarò la serva. RUFFO. Ben sai. Siate in ordine quando a voi tornerò. FANNIO. In un tratto. Ben feci a trovare i panni ancor per me. RUFFO negromante, SAMIA serva. RUFFO. Sin qui la cosa va in modo che li cieli non me l'ariano potuta ordinar meglio. Se Samia è per di lá arrivata a casa, Fulvia deve aspettarmi.
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